L’assurda vicenda di ieri ha trovato il suo epilogo oggi, almeno dal punto di vista religioso.

Santuzza Minischetti e Piero Scatigna, suo figlio, sono sepolti nel cimitero di Locorotondo. Oggi pomeriggio i funerali nella chiesa madre, dopo il breve corteo dalla chiesa Madonna della Greca, in cui le due salme erano composte da ieri.

Migliaia di persone, oggi, al funerale. Chiesa piena, piazza antistante la chiesa, piena a sua volta. E un intero paese, Locorotondo, in lutto, che del resto è stato proclamato per oggi dal sindaco. Si onora così la memoria di due persone che erano uscite di casa, insieme ai familiari, per una tranquilla domenica in famiglia, e che hanno trovato la morte, vittime di uno scontro fra auto.

Le parole del sacerdote, il commovente messaggio inviato dall’ex preside del liceo Enzo Monaco; il dolore non solo della comunità locorotondese ma di un’intera valle d’Itria, con una cospicua presenza di martinesi alle esequie (Santuzza insegnava matematica al liceo “Tito Livio” e Piero vi si è diplomato) a partire dall’assessore comunale alle Attività culturali, Antonio Scialpi, in rappresentanza dell’amministrazione che ha voluto un manifesto di cordoglio. Presenti anche molti cittadini dagli altri centri della valle, uno fra tutti il sindaco di Alberobello; gente di ogni età; anche la bandiera del liceo, i simboli dell’organizzazione cattolica, di quell’associazionismo in cui Santuzza Minischetti era impegnata; e la bandiera tricolore, listata a lutto. Questo, il pomeriggio nella chiesa madre.

Finisce la vicenda terrena di una mamma e di un figlio, che lasciano due familiari, il papà Giovanni e il figlio piccolo Sergio, in ospedale, anch’essi vittime, con ferite gravi e quelle fisiche alla fine saranno le minori. Finisce la vicenda terrena, è appena iniziato il capitolo dell’accertamento della dinamica e delle responsabilità per l’incidente di ieri, primo pomeriggio, all’altezza della rotatoria sulla via per Fasano. Il capitolo dell’accertamento, delle inchieste, delle denunce.

Ma oggi è stato il pomeriggio del dolore. Silenzio e rispetto.

Agostino Quero

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