Chi guidava, ieri, all’ora dell’incidente, le macchine dell’incidente, non era ubriaco.
Il comandante della stazione dei carabinieri di Locorotondo ha espresso questo concetto a una giornalista, carte alla mano. Una certezza, almeno, c’è. E, a parte gli altri fatti certi, ovvero la morte di madre e figlio e i funerali di Santuzza Minischetti e Pietro Scatigna oggi pomeriggio a Locorotondo in cui oggi è lutto cittadino, la ricostruzione dello schianto di ieri all’altezza della rotatoria in periferia, è un rebus.
Tre macchine coinvolte: due Alfa Romeo 147, una delle quali intestata a un martinese (ma non vengono diffuse le identità dei guidatori, tuttora) e una Renault Clio, condotta da Santuzza Minischetti, locorotondese cinquantenne, insegnante di matematica al liceo “Tito Livio” di Martina Franca. In macchina con lei, il marito Giovanni Scatigna, cinquantenne impiegato al Banco di Napoli, i figli Pietro, 20 anni, studente universitario, e Sergio, 16.
Le due Alfa sono in fase di sorpasso, nei pressi della rotatoria, provenienti da Fasano. Una delle due sta per superare l’altra. Ci va di mezzo la Clio, che non c’entra nulla e che ha il torto solo di trovarsi in strada, in quel punto, a quell’ora, verso Fasano. Distrutta la macchina, distrutta la famiglia, dallo scontro con una delle due Alfa Romeo. L’altra 147 finisce contro un muretto, contro la segnaletica, contro un palo della luce.
I carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Monopoli, con quelli della stazione di Locorotondo, conducono in queste ore, e già da ieri pomeriggio, rilievi e indagini per capire la dinamica e per accertare le responsabilità. E qui la cosa si fa difficile, perché capire se entrambe le Alfa c’entrassero, o se una sola di esse, ed eventualmente quale, è la matassa che si dovrà districare, capendo anche dalle tracce eventuali di frenata, se ce ne sono; capendo anche dalle testimonianze, se ce ne sono; capendo anche dalle condizioni delle auto e dei loro conducenti. Per ora, tutto ciò, è un rebus. Le indicazioni che fanno propendere per una tesi piuttosto che per l’altra saranno valide solo quando verrà formulata la ricostruzione da parte degli inquirenti.
(foto: fonte vivilastrada.it)
Su MartinaNews è uscita la foto di una delle 147 con la targa visibile. Mi chiedo è giornalisticamente corretto?
Grazie per il suo intervento. Quell’auto è una delle principali protagoniste, forse l’emblema, di tutta la vicenda. Quindi il rilievo di quell’auto, targa compresa, è di interesse pubblico. Io oscuro le targhe, lo faccio anche per i parcheggi selvaggi, ma a mio modo di vedere quanto scelto di fare dai colleghi di martinanews.it nel pubblicare la targa, almeno in questo tipo di situazione, può considerarsi legittimo. Lo hanno fatto anche i colleghi del Quotidiano, peraltro. Il tgnorba l’ha fatto nei servizi delle varie edizioni dei telegiornali. Per quanto mi riguarda, so di quell’auto l’intestatario, ma non so se coincida con il guidatore. Dunque ho preferito mantenere una riservatezza nella diffusione dei vari elementi della notizia. (agostino quero)
a chi commette questi eventi la patente per me non e da dare piu,purtroppo ci troviamo in italia e le leggi sono molto blande
se causiamo un incidente mortale basta pagare e la patente ti viene restituita dinuovo italia con questo passo non vai da nessuna parte e poi apriamo la bocca quando andiamo all’estero, specialmente in germania poveri noi che fine faremo