E’ iniziato con due sequestri il mese di novembre per le forze dell’ordine di Martina Franca, impegnate a più livelli in controlli di natura fiscale ed ambientale, attività che già nei mesi scorsi ha scoperto svariate irregolarità in tutto il territorio.
E’ di bancarotta fraudolenta l’accusa spiccata a tre persone da parte della Polizia Tributaria di Taranto, che nelle scorse ore ha posto sotto sequestro preventivo un opificio tessile sito sul territorio di Martina del valore di 1,3 milioni di euro. A finire sotto inchiesta l’amministratore unico della confezione, insieme al suo rappresentante legale e ad un parente a sua volta socio di maggioranza di una società immobiliare. L’accusa per i tre è quella di aver “compiuto attraverso plurime illecite condotte di distrazione o dissipazione del patrimonio della società in fallimento, in danno delle persone creditrici della medesima società”.
L’industria tessile avrebbe, secondo quanto emerso dalle carte della Polizia Tributaria, effettuato una finta cessione del capannone in uso all’azienda alla società immobiliare, dichiarando sui libri contabili un pagamento in contanti pari alla metà del valore di mercato pattuito. Il pagamento sarebbe però risultato fittizio, dal momento che una stima effettuata da un consulente tecnico incaricato dal Tribunale di Taranto avrebbe fatto emergere come l’opificio sarebbe stato valutato all’eccesso del 30% rispetto al prezzo convenuto dalle parti. Questa manovra avrebbe permesso all’amministratore unico della società in fallimento di intascare l’intero importo di vendita a scapito dei creditori, cedendo il capannone in cambio alla società immobiliare di cui è socio il parente anch’egli indagato.
Di natura ambientale invece l’altro sequestro operato nelle scorse ore da parte del Nucleo Operativo di Vigilanza Edile, facente capo al Comando di Polizia Municipale di Martina Franca, che con il coordinamento del tenente Angelo Chirulli e agli ordini del comandante tenente colonnello, Vincenzo Chirulli, ha posto i sigilli ad un’area di circa 1600 metri quadrati sita in via Alberobello, in piena Valle d’Itria, che era stata adibita a discarica abusiva.
Gli agenti di Polizia Locale, dopo aver rilevato innumerevoli illeciti dal punto di vista edile, hanno verbalizzato come nel fondo fosse in atto lo sversamento di rifiuti speciali non concernenti terreni e materiali rocciosi da scavo, provenienti da opere di demolizione e costruzione, lasciati in balia degli agenti atmosferici a diretto contatto col suolo.
L’indagine da parte degli uomini della Polizia Municipale proseguirà, in quanto sono ancora da accertare le responsabilità della messa a discarica del fondo, oltre che identificare gli esecutori materiali del trasporto e dello scarico di rifiuti.