Intervista a Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina Taranto

Fabio Matacchiera, vorremmo porre alcune domande per chiarire e approfondire le informazioni sul caso “diossina nelle uova”. Innanzitutto vorremmo capire da dove provengono queste uova: voi avete menzionato scritto che si tratta di “uova di galline ruspanti prelevate presso alcune masserie situate in prossimità di Martina Franca” e si indicano poi la presenza di tre masserie campioni; parlando della diossina avete indicato che “non si può escludere che in altre aree limitrofe del martinese, distanti anche oltre i 20 km dal polo industriale jonico, questi congeneri si siano accumulati“. Cosa vuol dire “in prossimità“? Dove sono situate queste masserie?

Le tre masserie dalle quali abbiamo prelevato le uova sono tutte e tre del territorio comunale di Martina Franca; sono ben oltre i 20 km di distanza da Taranto. Ovviamente mi astengo dal fare i nomi delle masserie.

Quindi si tratta di posti al di là del tratto boschivo Orimini, percepito e indicato da molti come una barriera naturale ad agenti inquinanti.

Si; anzi, vi posso dire una cosa di più. C’è una quarta masseria che non ha accettato di far analizzare le proprie uova. Si tratta di una masseria, sempre all’interno del territorio martinese, molto vicina al territorio tarantino e che proprio per questo motivo avremmo voluto analizzare. Sarebbe stato interessante vedere se avvicinandosi al territorio tarantino aumentano le percentuali di diossine.

Parliamo allora di percentuali: quelle da voi comunicate sono al di sotto dei valori indicati dalla legge come valori limite. Voi  però parlate di percentuali “importanti”, che superano i valori accettabili di fondo. Cosa significa questo?

Ecco, vanno chiariti alcuni aspetti tecnici: innanzitutto va ribadito che queste uova sono liberamente commercializzabili e che non ci sono ostacoli legali da questo punto. Questo perché il regolamento comunitario sui limiti d’azione per le fonti di diossine e di PCB diossina-simili indica come limite 1,75 picogrammi per grammo di grasso e quelli da noi riscontrati si aggirano dallo 0,87 del campione masseria 1 al 0,83 di quello della masseria 2.

Chiariamo per i nostri lettori: cosa sono questi “limiti d’azione”?

I limiti di azione sono dei limiti sorpassati i quali gli stati sono tenuti ad agire per limitare o eliminare le fonti di contaminazione. Sono indicati dalla Commissione Europea e  sono stati aggiornati il 3 dicembre 2013.

Mentre quando il fondo antidiossina indica i valori accettabili di fondo a cosa si riferisce?

Il riferimento è alla letteratura scientifica: la media di diossine e furani che si riscontra normalmente nelle uova varia dallo 0,2% al 0,5%. Quella riscontrata nei tre campioni è notevolmente maggiore.

Cosa implica questa percentuale?

Lo ripeto ancora una volta: le uova sono commercializzabili, anche se i valori di diossine superano la media naturale. Noi abbiamo fotografato la situazione attuale, abbiamo rilevato una chiara anomalia: adesso è compito delle autorità interessarsi della questione per non arrivare a superare il limite. Se si supera il limite di 1,75 significa che si dovranno attuare particolari restrizioni. Il nostro appello è questo: si faccia attenzione a non superare questo limite. Evitiamo le drammatizzazioni, ma ricordiamo che la minaccia diossina c’è e non va trascurata o ignorata. 

Quindi non va detto che queste uova non siano buone?

Non va detto questo; ma bisogna dire che si faccia attenzione perché se la situazione non è monitorata, se si consente un accumulo di PCB diossina-simili nell’ambiente, le percentuali contenute nelle uova potranno aumentare e superare il limite di azione legale.

Questa è la prima volta che sono controllate delle uova in questo territorio per verificare i livelli di diossine presenti?

Che io sappia si. Di sicuro è la prima volta che noi del fondo antidiossina facciamo un controllo sulle uova. Abbiamo deciso di farlo al di là dell’immediato territorio tarantino, per vedere se ci sono degli agenti inquinanti sul territorio e che peso hanno.

Qualcosa di simile era già stato accennato da te tempo fa, riguardo le olive e la possibilità che sia presente della diossina accumulatasi nel grasso. Ci sono novità a proposito?

Ci sono vari progetti, vari controlli che abbiamo intenzione di fare. Ci avvaliamo di laboratori di assoluta correttezza, come il R&C Lab di Altavilla Vicentina dove abbiamo analizzato le uova, per le nostre analisi. Sono analisi molto particolari, costose: per le uova abbiamo speso dai 600 ai mille euro per campione per poter condurre tutte le analisi per verificare i livelli di policlorodibenzodiossine e policlorodibenzofurani. Ovviamente, come nel caso delle uova, pubblicheremo i risultati di ciò che abbiamo fatto una volta terminate le analisi.

Daniele Milazzo

Un pensiero su “Intervista a Matacchiera: «non trascurate la minaccia diossina»”
  1. Ci sono degli errori. Probabilmente il coronista non mi ha ben ascoltato o io non mi sono spiegato bene.
    Non ho mai detto che:”i valori di diossine superano la media naturale”.
    NON HO PARLATO DI “MEDIA NATURALE”,MA DI RANGE di FONDO CHE VARIA NORMALMENTE DA 0,2 A 0,5 PG/GR. Anche il concetto di “limite/valore” di azione non è ben spiegato. Vi invito a leggere il comunicato stampa che è scritto in maniera precisa ed inattaccabile. Grazie. fabio matacchiera

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