Settimana importante per una popolazione che è ancora senza parlamento e per una comunità cattolica che è ancora senza papa.

In quanto alla cittadinanza italiana, da oggi operazioni preliminari per i parlamentari in vista della seduta inaugurale delle due Camere prevista per venerdì 15 marzo. Insomma tutte le procedure di registrazione e le questioni organizzative si affrontano da oggi. Il martinese Gianfranco Chiarelli inizia, come tanti altri debuttanti, a fare la conoscenza con la sua nuova dimensione.

Il fatto di questo inizio settimana però è il conclave. Domani pomeriggio, tutti fuori, “estra omnes”, dalla cappella Sistina esclusi i 115 cardinali che dovranno eleggere il nuovo papa.

Alcuni candidati sono in prima fila per l’elezione. Due in particolare, un italiano e un brasiliano.

L’arcivescovo di Milano, Angelo Scola (72 anni) sarebbe maggiormente gradito in caso di lavoro in continuità con Ratzinger.

L’arcivescovo di San Paolo, Odilo Pedro Scherer (64 anni) sarebbe in vantaggio in caso di scelta orientata verso gli interessi della curia romana.

Poi qualche outsider, come il ghanese, il filippino, il newyorchese, il canadese, l’austriaco, un paio di italiani, un francese.

Ma si entra in conclave, a quanto sembra, come se fosse Italia-Brasile. E paradossalmente, l’italiano avrebbe il tifo dei cardinali stranieri, più che da tutti i 28 italiani. Attualmente Scola è considerato in vantaggio, ma non tale da arrivare subito ai 77 voti necessari. Un ruolo importante sarà svolto dai 14 elettori nordamericani, oltre che dai 60 europei.

Ma se dall’Europa qualcuno dovesse convincersi della bontà di un ragionamento che faccia uscire in maniera dirompente la Chiesa dalle secche in cui si è ficcata, ecco che il sud del mondo potrebbe avere delle chances, con il brasiliano Scherer soprattutto. Sud del mondo che, fra i 19 elettori sudamericani, gli 11 africani, i 10 asiatici e l’unico rappresentante dell’Oceania, se la gioca. Due considerazioni infine: i due candidatissimi, secondo l’opinione comune, o ce la fanno subito (uno di loro, naturalmente) o toccherà quasi inevitabilmente a un altro. Poi: chi entra papa esce cardinale, non lo si dimentichi. Solo 12 volte finore è stato eletto chi era sicuro in partenza dell’elezione.

Il mondiale della Chiesa sta per iniziare. Prima fumata nel tardo pomeriggio di domani.

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