Vai al cinema la sera, spettacolo delle 9 e mezza, per vedere “La grande bellezza”. Un film importante, candidato serissimo a vincere la Palma d’oro al festival di Cannes. Un film italiano di rilievo, con regista e protagonisti, tutti, ai loro livelli migliori.
Ti siedi e guardi un pezzo di film e poi l’audio è disturbato. Non perché sia difettoso l’impianto, anzi quelli del Verdi hanno fatto il loro sforzo economico per il passaggio al digitale e una delle cose venute meglio è proprio quella che permette un ascolto ottimale. Solo che quando arriva dall’esterno la musica a palla di chissà quale locale, a disturbare (perché altro termine non c’è) la proiezione, dà proprio fastidio allo spettatore.
Bisogna trovare un rimedio per una convivenza civile fra quel cinema centrale della città e quei locali che, magari, fino alla fine del film possono anche girare un po’verso il basso la manopola del volume. Questa è la città in cui, per il festival della valle d’Itria, si sospendono i fuochi d’artificio, e magari è giusto così; è la città in cui, per il festival della valle d’Itria, si cacciano gli artisti di strada che non fanno neanche tutto questo rumore, dalla piazza centrale del paese. Questa città deve trovare il modo di risolvere anche il problema dell’ascolto dei film, una cosa che del resto si risolve con un minimo, ma proprio minimo, di buonsenso e di rispetto reciproco. Alcune settimane fa ci fu il rimborso dei biglietti per gli spettatori del film, data la contemporaneità con una rumorosa manifestazione che venne anche autorizzata: il livello del problema è questo.