A Martina Franca, celebre per il suo barocco, la sua storia, il suo festival, c’è una zona che sembra essere stata dimenticata da Dio e dagli uomini.
Via Madonna Piccola, sulla salita adiacente l’ingresso ad una cantina, un’area che un tempo forse avrebbe potuto essere un gioiello, oggi è diventata un letamaio a cielo aperto.
La situazione è aggravata dall’indifferenza delle autorità locali, che sembrano più interessate a promuovere nuovi insediamenti edilizi piuttosto che a preservare la dignità e la salute dei residenti.
E mentre i cani fertilizzano il terreno con la loro cacca, l’Amministrazione Comunale pare concimare il degrado con una buona dose di apatia.
Se vi capita di passare per Via Madonna Piccola a Martina Franca nella zona dell’ex Italvetro, preparatevi. Non è solo il degrado che colpisce, ma anche l’odore nauseabondo.
Meglio scrivere una puzza così forte e penetrante che non si può descrivere a parole, e che vi farà rimpiangere di non aver portato con voi una mascherina.
Questa zona, a pochi passi dai nuovi palazzi che si ergono con pareri discutibili e sfidano i vincoli ideogeologici, è diventata un vero e proprio deposito di escrementi canini, sterpaglie e rifiuti vari.
La situazione è talmente fuori controllo che persino gli alberi, che un tempo davano ombra e un po’ di frescura, sono ora solo ombre di se stessi, spostati e rinsecchiti, quasi a simboleggiare la morte lenta di questa parte della città.
E se pensate che la me… dei cani non possa fare danni, vi sbagliate: in alcuni punti sono spuntati dei funghi, quasi a ricordarci che anche la natura, a suo modo, sta cercando di sopravvivere in questo ambiente ostile.
Ma non è solo il degrado fisico a disgustare. È l’atteggiamento di chi dovrebbe prendersi cura di questa zona a essere davvero nauseante.
Più volte i residenti hanno contattato l’Amministrazione Comunale, sperando in un intervento che ripristinasse un minimo di decenza.
La risposta? Un bel cartello che vieta di far fare i bisogni ai cani e un contenitore per le deiezioni. Fine degli interventi. Nessuno si è mai preoccupato di pulire l’area, e la zona continua a peggiorare giorno dopo giorno.
Forse renderla videosorvegliata potrebbe aiutare? Ma magari anche una parttuglia della Polizia Locale o distogliere per qualche ora gli ausiliari sempre pronti e tempestivi a controllare gli orari delle soste dei parcheggi a pagamento.
In questo scenario apocalittico, non è difficile immaginare che ci sia una strategia dietro l’apparente disinteresse delle autorità.
Lasciare che una zona si degradi a tal punto potrebbe servire a giustificare, in un prossimo futuro, la cementificazione selvaggia, con la scusa che solo nuovi ipermercati e palazzinari possono salvare la situazione. Ma chi salverà i residenti di oggi, costretti a vivere in mezzo a questa sporcizia?
Un altro residente, visibilmente esasperato, ci racconta: “Se provi a richiamare qualcuno mentre il cane fa i bisogni, ti risponde che la cacca è un buon concime. Ma questo non è concime, è solo una dimostrazione di come ci abbiano abbandonati a noi stessi.”
E ha ragione. Questa è l’altra faccia di Martina Franca, quella che si nasconde dietro le feste e i festini, e che emerge in tutta la sua bruttezza a pochi metri dallo Stadio Tursi, destinato a diventare un’area mercatale.
Oggi ci siamo andati. Domani ci torneremo. E forse, chissà, riusciremo a capire se gli Assessori e il Sindaco abbiano mai fatto un giro da queste parti.
Ma per ora, dobbiamo allontanarci. Lo stomaco si è chiuso, e a pranzo difficilmente mangeremo.
Ma questa, probabilmente, è l’unica dieta, insieme agli aumenti delle tasse tasse (TARI) che l’Amministrazione riesce a imporre con successo ai suoi cittadini.