Il Segretario generale della UIL regionale, Pugliese, commenta i dati emersi dallo studio della Svimez, secondo cui “nel 2030 saranno quasi 165mila in meno i residenti in Puglia”

La Puglia è una regione che ogni anno si impoverisce di risorse intellettuali, limitando così la propria possibilità di sviluppo. Questo è ciò che emerge dallo studio della Svimez. A commentare l’analisi di Svimez che pronostica un vero e proprio esodo dalle regioni meridionali verso il Nord Italia e altri Paesi economicamente e occupazionalmente più appetibili è Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia. La ricetta di Pugliese per la ripresa della regione passa per gli investimenti in infrastrutture, ricerca ed università: “Avevamo già denunciato tempo addietro che l’emigrazione dalla nostra regione stava assumendo numeri inquietanti: il tasso di uscita degli studenti dalla Puglia è superiore al 30%, mentre in generale ben 4500 pugliesi hanno abbandonato, nel corso del 2013, la propria terra per cercare fortuna altrove. E ora i dati Svimez danno ragione ai nostri timori: nel 2030 saranno quasi 165mila in meno i residenti in Puglia, sintomo di una mancanza di fiducia estrema nei confronti delle potenzialità dell’economia locale e nelle possibilità della stessa di intraprendere la via della crescita occupazionale dopo sei lunghi anni di crisi martellante”. “La strada da seguire è una sola – spiega Pugliese – ed è quella che passa dagli interventi utili a rendere più attrattivo il territorio per investimenti di capitali nazionali e internazionali, interventi realizzabili già con una spesa oculata e mirata dei fondi comunitari 2014-2020 e di quelli ancora disponibili dallo scorso quinquennio. A cominciare dalle infrastrutture: opere come l’alta velocità adriatica Lecce-Milano e l’alta capacità Bari-Napoli non sono più prorogabili. Il Governo centrale e quello regionale hanno il dovere di esporsi con decisione affinché siano realizzate in tempi ragionevoli, per strappare la Puglia da una situazione di isolamento che si sta rivelando disastrosa. Inoltre, è indispensabile mettere a sistema i quattro aeroporti regionali, rendendo previamente funzionali Grottaglie e Foggia, al fine di intercettare quanto più voli passeggeri possibile, volano fondamentale per favorire la ripresa di settori strategici come il commercio e il turismo. Stesso discorso vale per i porti di Bari, Brindisi e Taranto, che per posizione geografica potrebbero, grazie a opere di ammodernamento e potenziamento, intercettare una buona parte delle merci che approderanno nel Mar Mediterraneo per approvvigionare l’Europa e diventare così protagonisti delle grandi rotte del commercio internazionale. Basti pensare che il porto di Rotterdam garantisce l’occupazione di 150mila lavoratori per capire l’importanza di tali sinergie”. “Infine – chiosa Pugliese – bisogna investire sulla ricerca e, conseguentemente, sui nostri poli universitari. Le università meridionali e quelle pugliesi non possono essere figlie di un dio minore: le eccellenze locali devono essere valorizzate su e per il territorio e non già formate per poi essere ottimizzate altrove, dando vita a una fuga di cervelli che impoverisce le speranze di sviluppo della Puglia”.

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