Interpellanza del parlamentare martinese Gianfranco Chiarelli al Ministro della Giustizia
L’on. Gianfranco Chiarelli, dopo la nomina a copogruppo di Forza Italia nella Commissione Giustizia, continua la battaglia contro la riforma che ha accorpato le sedi dei tribunali. Di seguito, la nuova interpellanza sulla questione (ex articolo 138-bis del regolamento) al Ministro di Giustizia.
Per chiedere, premesso che:
- Notizie stampa di testate di organi di informazione locali, blog, riferiscono di cancellerie prese d’assalto, giorni di attesa per operazioni che richiederebbero una decina di minuti, udienze senza fascicoli e rinviate d’ufficio di oltre un anno, scatoloni con faldoni accatastati e abbandonati alla mercé di chiunque, lavoratori giudiziari in stato di agitazione per gravi carenze di personale.
- Tali notizie sono una fotografia della riforma della geografia giudiziaria, a due mesi e mezzo dalla entrata in vigore del provvedimento che aveva per obiettivo quello di ridurre tempi e costi del sistema giustizia. Al momento sta producendo l’effetto esattamente contrario.
- La situazione di disagio creata dall’entrata in vigore, il 14 settembre scorso, del dlgs n. 155/2012, emerge direttamente dalle testimonianze degli addetti ai lavori, raccolte ogni giorno su Internet, che confermano che i disservizi, nei tribunali che hanno dovuto accorpare gli uffici soppressi, sono diffusi su tutto il territorio: da Torino a Imperia, a Perugia e Latina, a Sala Consilina e Napoli Nord. Testimonianze scritte e fotografiche mostrano come le strutture non fossero assolutamente pronte all’avvio della riforma, con gravi conseguenze, appunto, su tempi e costi di giustizia.
- Sulla soppressione di circa 1000 uffici giudiziari continua la lotta per l’abrogazione della c.d. riformicchia-tagli della “geografia giudiziaria”. Pur nel silenzio, praticamente totale, calato sulla vicenda come un tacito accordo e volontà di mantenere un basso profilo cioè di mascherare le gravissime difficoltà organizzative e funzionali del servizio giustizia. A distanza di oltre due mesi dalla chiusura degli uffici la situazione, in generale, rimane caotica, disorganizzata e con notevoli dispendio di denaro pubblico. Altro che risparmi e riforma a costo zero.
- In molti tribunali non si sa dove collocare i fascicoli, mancano gli spazi per i giudici e per il personale, per gli arredi e le postazioni informatiche, per l’archivio, molte cause vengono rinviate (anche a 2 anni) (esempio: al Tribunale di Torino il 29 novembre scorso novantasei processi, aperti e rinviati nel giro di pochi secondi: così si è svolta una delle cosiddette “udienze di smistamento” che si sono rese necessarie a Torino dopo la soppressione dei piccoli tribunali. Il problema è che anche la prossima sarà un’udienza di smistamento), molti processi penali a rischio prescrizione, le cancellerie non sono in grado di far fronte alle richieste degli utenti in coda per ore, ufficiali giudiziari stipati in locali angusti con gli avvocati e gli utenti costretti a code chilometriche.
- Le medesime premesse valgono per la c.d. riforma “epocale” che completa il disastro con la soppressione anche dei giudici di pace.
- La recente decisione della Corte di Cassazione, di ammettere il referendum abrogativo sulla riforma della giustizia in materia di geografia giudiziaria, conferma l’errore commesso dal Ministero di non ascoltare le proposte da parte dei territori (cittadini, dipendenti, operatori del settore, associazioni produttive ecc…). Referendum, chiesto da nove Consigli regionali (Abruzzo, promotore dell’iniziativa), Piemonte, Puglia, Calabria, Basilicata, Friuli, Liguria, Campania e Marche) per abrogare la riforma che ha tagliato mille tribunali.
- Ora la parola passa alla Corte Costituzionale per la verifica sulla legittimità del quesito referendario, la cui sentenza è attesa entro il 10 febbraio.
Queste le richieste dell’on. Chiarelli al Ministro della Giustizia:
se è a conoscenza della situazione di caos, celata furbescamente, che la riforma avviata dall’ex ministro della giustizia, Paola Severino, e portata a compimento da Anna Maria Cancellieri, sta provocando, rivelandosi un assoluto flop;
se la Ministra ha davvero intenzione di affrontare un confronto serio per una riforma condivisa soprattutto a seguito delle recenti dichiarazioni a Strasburgo:” L’impegno del governo per la riforma del sistema della giustizia italiana procede e inizia a dare i suoi frutti” ;
se e come intende affrontare il problema venutosi a creare, soprattutto quello degli aumenti abnormi dei costi della giustizia nonché dell’aumento dello stato comatoso della giustizia ormai sull’orlo della paralisi.
se volete ulteriori informazioni sulla conseguenza reale della riforma, visitate http://www.monitoraggioriformatribunali.it