Martina Franca, piccola cittadina pugliese della provincia di Taranto, si adagia sul più alto gradino della Murgia dei Trulli, in posizione amena, famosa soprattutto per il suo centro storico in cui si conservano testimonianze di arte barocca di notevole fattura e bellezza.
Secondo gli storici locali, le origini di Martina Franca risalirebbero al IV sec. d.C, quando sul Monte Fellone furono collocati i primi insediamenti umani. Le prime ricerche archeologiche degli anni sessanta, testimoniarono la presenza umana già nel Neolitico. Ma è nel X sec., che Martina Franca si caratterizzò come borgo. In quell’epoca sul monte San Martino sorse un piccolo villaggio di profughi tarantini, fuggiti dalla città a causa delle devastazioni Saracene. La fondazione giuridica del borgo risale al ‘300, quando il villaggio venne ampliato da Filippo d’ Angiò, principe di Taranto e figlio del re di Napoli Carlo II lo Zoppo. Nel 1313, il regno di Napoli fu assediato sia al Nord che al Sud dai ghibellini di Arrigo VII, gli Angioini videro nell’estremo crinale murgese un baluardo sicuro bastionato, in cui potersi insediare nel caso di un attacco al principato di Taranto. Nasceva, quindi, Martina fra boschi e dirupi a metà strada fra Taranto e il porto di Monopoli e questo le permetteva di assumere una pozione strategica. Fu inoltre eretta una cinta muraria che proteggeva la città dai nemici.
Filippo d’Angiò per favorire lo stanziamento, concesse agli abitanti delle franchigie. Una particolarità che diede origine al nome della città, denominata “Franca” proprio per il privilegio concesso ai suoi abitanti e “Martina” in onore di San Martino, patrono della Cavalleria Francese.
Lo stesso Filippo I insignì Martina di uno stemma, sul quale era rappresentato un cavallo senza briglia in campo azzurro, con un giglio in alto. Tutto lo stemma è circondato da una corona turrificata, che è emblema della costituzione ufficiale della città. Il cavallo, che corre libero e focoso, rappresenta la libertà di Martina e il giglio, che è l’arma di casa d’Angiò, raffigura le origini francesi della città. In basso lo stemma è avvolto da due ramoscelli: l’ulivo e il fragno, tipiche piante della zona. Vedi Stemma
Nel XV sec. la città diventò feudo aragonese e nel XVI sec. divenne ducato dei Caracciolo, nobile famiglia napoletana, che nella seconda metà del ‘600, con Petracone V, provvide alla costruzione dell’attuale Palazzo Ducale, nello stesso luogo in cui anticamente nasceva il Castello degli Orsini.
Nel 1646 gli abitanti di Martina, capitanati da un fabbro conosciuto come “Capo di Ferro”, si ribellarono al ducato dei Caracciolo, la famiglia nobile che riuscì a custodire il loro feudo sino al 1827, anno di estinzione della casata.
Il ‘700 fu il secolo d’oro per la città, nonostante fu interessata da una forte crisi economica che investì il settore agricolo e dell’allevamento. Fu, infatti, attuato un miglioramento dell’assetto urbano, che conferì uno spettacolare aspetto del nucleo antico martinese. Nel 1799, durante i moti repubblicani, la cittadina prese parte alle idee liberali, sino al 1861 anno dell’ Unità d’Italia.