Il nuovo anno, tra le altre cose ci porterà nuove tasse. Le risorse ai comuni per le detrazioni Tasi (la nuova tassa sui servizi) nei confronti di famiglie numerose e meno abbienti potrebbero essere reperite aumentando l’aliquota massima dell’imposta: dal 2,5 al 3,5 per mille per la prima casa e dal 10,6 all’11,6 per la seconda. La novità non sarà però inserita nel decreto Milleproroghe all’esame oggi del Consiglio dei ministri: nel documento saranno invece comprese parti dell’abbandonato dl SalvaRoma. A parte il significato recondito delle sigle, ci sono alcuni aspetti contrastanti legati a chi e quanto dovrà pagare questa tassa che, di fatto, sostituisce l’Imu. Se si tiene conto di quanto sostiene una nota diffusa dal ministero dell’economia e della finanza, “nel 2014 la Tasi, per i proprietari di prima casa non risulterà più gravosa dell’Imu”. Al contrario, secondo gli esperti della rivista online Finanzafacile.org, “la nuova tassa sulla casa rischia di essere un salasso da 100 euro in più per la maggioranza delle famiglie. A lanciare l’allarme sono proprio i Comuni italiani, secondo cui all’appello mancano 1,5 miliardi di euro che i sindaci cercheranno di recuperare, in parte, alzando il più possibile l’aliquota Tasi, appunto. A questo “buco” si aggiunge un’alta grana per i proprietari di immobili: il crollo delle detrazioni. Se l’odiata Imu prevedeva “bonus” per le famiglie di 200 euro più 50 per ogni figlio, la Tasi all’interno della Iuc avrà una media di appena 26 euro di detrazioni”. Una cosa è certa, la comunicazione del MEF fa osservare che “la Tasi è un tributo gestito interamente dai Comuni che, in base alle loro esigenze di bilancio, possono decidere di ridurre l’aliquota (fino ad azzerarla), di introdurre ulteriori detrazioni o agevolazioni, o di aumentare l’aliquota fino ad un massimo del 2,5 per mille. Anche nel caso di aliquota al 2,5 per mille, l’inserimento di detrazioni finanziate per 500 milioni porterà a un minore onere fiscale”. Facendo qualche calcolo, si apprende che una famiglia con due figli a carico, per una prima casa di categoria A2 e rendita catastale di 621 euro con l’Imu spenderebbe 163 euro. Con la Tasi, ponendo un’aliquota del 2 per mille (decisamente plausibile) spenderà 19 euro in più, e se l’aliquota salirà al 2,5 per mille l’esborso arriverà a 72 euro in più. La stangata maggiore sarà per chi ha 3 figli a carico: aliquota al 2,5 per mille significherà 122 euro in più rispetto all’Imu (235 euro con la Tasi, 113 con la vecchia tassa). Insomma, più aumentano i figli, più diminuiscono le detrazioni, più cresce la stangata, dicono gli esperti. E la data del pagamento è vicina; è quel 16 gennaio 2014, giorno in cui scade il pagamento della maggiorazione Tares, ricordiamolo, quando i contribuenti saranno chiamati al versamento della prima della Tasi (tributo sui servizi indivisibili) e la prima rata della Tari (tassa sui rifiuti). Per la prima rata Tasi, da pagare in 4 rate, si calcola l’imposta applicando l’aliquota di base dell’1 per mille e dividendo per quattro. Nel 2014 i Comuni possono aumentare l’aliquota fino al 2,5 per mille, quindi ,con l’ultima rata si dovrà effettuare l’eventuale conguaglio. Per il calcolo Tari si seguono sostanzialmente la stessa modalità di calcolo Tares. Ancora una gatta da pelare per l’amministrazione, che da un lato deve fare i conti con le sempre minori risorse in arrivo dal governo centrale, dall’altra deve tener conto delle esigenze dei cittadini, alle prese con problemi sociali ed economici di non facile soluzione.
Matteo Gentile