Un regista teatrale forse poco noto ai martinesi è Leo Muscato, figlio di questa città. C’è chi lo conosce e lo apprezza, specialmente nell’ambiente teatrale e in quello dell’opera lirica: altrimenti non avrebbe ricevuto il premio Abbiati, premio che è stato dato a registi come Zeffirelli e Strehler.

Sebbene Muscato abbia cercato di sminuire l’importanza di questo riconoscimento dicendoci che «non me lo aspettavo proprio, è stata una sorpresa», e volendo farci intendere che forse è stato sovrastimato dalla giuria, noi abbiamo letto le motivazioni dell’assegnazione: “Con tre spettacoli molto diversi si è imposto con mano competente, originale e poetica” ha sentenziato la giuria. Il premio alla miglior regia va per la regia della Boheme di Puccini messa in scena al Macerata Opera Festival nel 2012, per la Fuga in Maschera di Spontini al Festival Pergolesi-Spontini di Jesi e per la regia del Nabucco al Lirico di Cagliari. E a far capire, specialmente agli intenditori di musica, quale sia il livello dei premiati, basterà dire che il miglior spettacolo premiato è il Lohengrin di Wagner diretto alla Scala di Milano da Daniel Barenboim.

Leo Muscato ci ha raccontato di come da ragazzo abbia frequentato il mondo teatrale quasi per curiosità, senza immaginare che potesse un giorno diventare la sua professione; «quando ero piccolo ho fatto la comparsa al festival della Valle d’Itria: saranno passati quasi vent’anni, ma ricordo che poi quando a Roma studiavo musica per degli esami avevo quel qualcosa in più che mi veniva dall’aver visto, e vissuto un’opera lirica. Non è una esperienza molto comune per tanti ragazzi in Italia». Adesso Leo continua a calcare i palcoscenici e, sebbene fino a qualche anno fa non immaginava di poter fare il regista di opere liriche – prediligendo, a suo dire, le opere di prosa – adesso ha in cantiere due opere: una al Teatro Regio di Parma, e l’altra al teatro La Fenice di Venezia.

Il colloquio con Antonio Scialpi e Franco Ancona è stato cordiale e informale: il tema di discussione principale è stato proprio il mondo del teatro, ed è stato una specie di aggiornamento dello status quo teatrale della nostra realtà locale: Leo Muscato è stato contento di sapere dell’esistenza di varie compagnie teatrali a Martina, così come di conoscere le attività del Kismet di Bari. Alcuni aneddoti simpatici sulle capacità delle compagnie teatrali di tirare avanti nonostante le difficoltà economiche hanno comunque messo in luce le difficoltà che il mondo dei cinema e dei teatri si trova di fronte in questo momento. «A volte» ha concluso Leo Muscato «nell’ottanta per cento dei casi uno spettacolo di teatro non ha quell’intrattenimento che potrebbe dare la televisione. Ma se sei fortunato, se ti capita di incontrare quell’altro venti per cento, per due ore sei preso e portato via da qualcosa che non riesci a definire, ed è una sensazione bellissima. Specialmente quando senti che nella tua testa inizia a mettersi in moto qualcosa anche dopo che hai visto uno spettacolo, quei soldi del biglietto non saranno mai rimpianti perché si è stati ripagati oltre ogni aspettativa». Ecco, forse sono queste le sensazione che hanno provato i giudici del premio Abbiati quando hanno deciso di darlo proprio a Leo Muscato.

Daniele Milazzo

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