“Liberati” a Taranto 19 ettari all’interno del sito di interesse naturale.
A chiusura delle procedure di bonifica il ministero dell’ambiente ha dichiarato “non inquinate” aree per 19 ettari nella zona divenuta nel 1990 area ad alto rischio ambientale.

Aree per 19 ettari all’interno del perimetro del Sito di Interesse Nazionale (Sin) di Taranto sono state dichiarate non inquinate e restituite agli usi civili e produttivi. Questo è uno dei risultati della Conferenza di Servizi istruttoria svoltasi presso il ministero dell’Ambiente, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, la Regione Puglia, il Comune di Statte, l’Arpa Puglia e l’Ispra.”Infatti è stata comunicata la chiusura del procedimento di bonifica per numerose aree ricadenti all’interno del perimetro del Sin, corrispondenti a circa 19 ettari” dice il ministero dell’Ambiente in una nota. “Non si tratta di aree -aggiunge- che sono state bonificate bensì di aree per le quali i dati di caratterizzazione delle matrici ambientali suolo e acque sotterranee, validati da Arpa Puglia, hanno mostrato l’assenza di superamenti dei valori soglia indicati dalla normativa vigente e che quindi possono essere restituite agli usi civili e produttivi”. La superficie interessata dal SIN è di circa 125 kmq, 73 dei quali di area marina (Mar Grande e Mar Piccolo) per uno sviluppo costiero di 17 km. Legambiente ricorda che l’area dell’Ilva inclusa nel SIN è di circa 1000 ettari, di cui 9.930.000 mq occupate dalle attività industriali dell’ILVA -ILT e circa 52.000 mq dalla SANAC. M ci sono anche la raffineria ENI con il suo deposito, le due centrali termoelettriche ex Edison passate all’Ilva, la centrale ENIPOWER, la Cementir, due inceneritori, la discarica Italcave, la base navale militare tra le maggiori del Mediterraneo, l’arsenale militare ed altre piccole e medie aziende. Le forti criticità ambientali hanno comportato l’inserimento di Taranto tra le aree ad elevato rischio ambientale (1990 e reiterazione nel 1997) e tra i SIN per le bonifiche (con legge 426/98 e superficie approvata con D.M. 10.01.2000).

“Le organizzazioni sindacali, presenti alla riunione, hanno espresso soddisfazione per un provvedimento che da un lato rassicura perché attesta la mancanza di situazioni di inquinamento e dall’altro consente il riuso delle aree” conclude la nota del ministero dell’ambiente.

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