Riceviamo e pubblichiamo comunicato del presidente provinciale Taranto di Confimpreseitalia, Antonio Basile, in merito alla sciagura avvenuta oggi. Lo sgomento, la rabbia per una morte che, ancora una volta, si poteva evitare.
Ancora un sacrificio in nome del lavoro, sgomento e sconcerto all’interno dell’acciaieria più grande d’Europa: l’Ilva.
Ancora una volta il nostro territorio provinciale è colpito da un gravissimo lutto. Si chiama Cosimo Martucci, il 49enne schiacciato da tubi d’acciaio, originario di Massafra, marito, padre e onesto lavoratore, una vita dedicata al lavoro e alla famiglia.
Un incidente sul lavoro nell’ambito dell’indotto Ilva. Indotto? Se così possiamo definirlo…Un vecchio sistema di dare lavoro a basso costo ad aziende che pur di sopravvivere scendono a “patti” economici, in cui la riduzione dei costi di lavoro porta rischi….e i rischi portano morte.
Il caporalato dell’industria siderurgica si potrebbe ben dire tristemente, miete vittime ed oggi è toccato a l Martucci, schiacciato prima dal peso del sistema e poi dai quei pesanti tubi, soffocato dall’incuria e dalla cecità verso la salvaguardia dell’incolumità del lavoratore.
Dove sono gli occhi attenti e soprattutto le azioni di chi dovrebbe controllare che nel siderurgico certi episodi non si verifichino, è evidente che in questo i lavoratori sono soli.
Dopo il triste episodio del 12 giugno 2015, quando venne a mancare Alessandro Morricella, giovane ragazzo di Martina Franca ustionato da lava incandescente, si sperava si ponesse fine ad un dilagare di leggerezze in un ambito che non può permettersi distrazioni. Ma il sacrificio di Alessandro che lasciò la famiglia proprio nel giorno in cui si ricordavano le vittime sul lavoro all’interno dell’Ilva non è bastato e la scempio continua.
Oggi 17 novembre 2015, 128 giorni dopo, la provincia di Taranto piange un’altra vittima, un altro figlio di questa terra martoriata da incidenti sul lavoro, da inquinamento industriale, da avvelenamento ambientale, un processo forse di lento sterminio. Sconcerto e tanta rabbia, ancora una volta si poteva evitare.
ConfimpreseItalia Taranto, il Presidente Antonio Basile, lo staff dirigenziale, i quadri, i dipendenti e tutto gli operatosi del Sindacato datoriale Condannano lo stato precario in cui vertono ed operano le aziende dell’indotto i loro lavoratori e quelli ad essi collegati, e sono vicini, alla famiglia Martucci ed in particolare al figlio Giulio.
Confimpreseitalia Taranto
Il presidente
Antonio Basile