Con un referendum l’Irlanda ha riconosciuto i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Prima di questa svolta storica, un gay veniva considerato sposato solo se il suo matrimonio era riconosciuto nel suo Paese di origine, ora il riconoscimento sarà automatico. Il fronte del “si” ha raggiunto il 62%. Il che risulta strano in un paese a maggioranza cattolica. Infatti nel 2013 l’Irlanda, sul delicato tema dell’aborto, ha concesso una tiepidissima apertura consentendolo solo nei casi di gravidanze ad alto rischio per la salute delle donne.
Direte: cosa c’entra con la città di Martina?
Nel nostro paese si sarebbe dovuto portare in consiglio comunale un regolamento per disciplinare il registro per le unioni civili.
A lanciare la petizione furono MartinaNews ed ExtraMagazine. Poi Aldo Leggieri, consigliere del PD, firmatario del Regolamento sul funzionamento del registro, in una dichiarazione diffusa a mezzo stampa, affermò che “Spesso e volentieri si parla di Martina come una città conservatrice. Ma è arrivato il tempo di sfatare questa inclinazione o presunta tale, perchè Martina, se è vero che è proiettata verso l’Europa e i suoi valori, è anche vero che ha bisogno di un atteggiamento liberal e democratico dell’agire politico”.
Ovviamente vi è una profonda differenza (rituale) tra il matrimonio civile (non in Chiesa!), celebrato in presenza di un’autorità comunale e il registro comunale delle unioni civili, ma i promotori di quella proposta (che si deve ancora discutere in consiglio) hanno dimostrato una certa sensibilità anche nei confronti di coloro che, dello stesso sesso, potrebbero ottenere il rilascio da parte dell’anagrafe di una attestazione di costituzione di famiglia anagrafica basata su un “vincolo di natura affettiva”; nella proposta di regolamento (non ancora approdata in consiglio) il Comune di Martina Franca dovrebbe rilasciare, perciò, su richiesta ed a spese degli interessati, l’attestato di “Unione Civile basata su vincolo affettivo”, inteso come reciproca assistenza morale e materiale. Il senso del matrimonio civile è proprio riferito agli aspetti prettamente giuridici riguardanti un’unione di natura omosessuale.
Basti pensare che sono 21 i Paesi nel mondo nei quali è possibile il matrimonio fra persone dello stesso sesso. In molti paesi si può accedere però alle unioni civili, come in Svizzera. Tra i 28 paesi della Ue l’Italia rientra tra i paesi che meno tutelano le coppie omosessuali.
Ma il comune di Martina Franca, adottando una visione cosmopolita, e nel rispetto di una sentenza della Corte Costituzionale (n. 138 del 2010) dovrebbe riconoscere tale fondamento costituzionale annoverando “l’unione omosessuale intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri”;
Un paese fortemente cattolico, come la città di Martina Franca (e come l’Irlanda) dovrebbe, a rigore, mettere da parte il giudizio che non spetta al singolo, arginare le discriminazioni e non imporre la propria morale agli altri. Del resto: non sono proprio questi i principi cristiani – quelli che non sono “di facciata” ?
Si ricordano le parole del Papa “Chi sono io per giudicare un gay?”.