Pazienza è la parola d’ordine più consigliata nel seguire il passaggio, per quanto concerne il servizio di igiene urbana, dalla Tradeco alla new entry Monteco, aggiudicataria di una gara indetta dall’Ambito di Raccolta Ottimale Aro Ta/2, che sta attraversando il suo doveroso periodo di start-up ed insediamento in attesa di partire a tutti gli effetti con il nuovo servizio rifiuti, si presume entro marzo. Martina Franca sta vivendo, dunque, un cambiamento , e soprattutto è chiamata ad un cambio di mentalità per migliorare le proprie prestazioni in ambito ambientale in linea con i canoni di decoro e civiltà, più volte sollecitati. Il passaggio di consegne tra le due aziende ha sortito nelle primissime battute qualche inevitabile disagio soprattutto di tipo organizzativo, ma la direzione potrebbe essere quella giusta. Nel frattempo però, qualche problemino non può essere taciuto come quello riguardante la momentanea chiusura dell’isola ecologica della zona industriale ammodernata recentemente con fondi ottenuti dalla Regione per un valore di 250 mila su spinta dell’ex assessore Coletta , insieme a quella di Ortolini che dovrebbe essere inaugurata proprio con la partenza del nuovo servizio. Sembrerebbe che la chiusura abbia a che fare con un problema di carte e che interessi l’Aqp. In questo momento non si può non parlare, dunque, dell’isola che non c’è…più. Il servizio sembrerebbe comunque garantito. Sempre alla zona industriale sono stati sistemati due grandi cassoni all’esterno per la indifferenziata come alternativa. Resta comunque consigliabile per i rifiuti ingombranti chiamare alla Monteco e finalizzare il ritiro gratuito a domicilio in attesa che l’isola sia materialmente riaperta. Risalta in questa fase la scarsa informazione che sta penalizzando l’intera collettività. Qualche incontro pubblico sul tema e sulle nuove modalità del servizio avrebbe senza dubbio giovato alla causa. In compenso sono nuovamente attive le foto trappole per chi si rende autore di reati ambientali. L’isola non c’è, ma ci sono le multe. Vietato non responsabilizzarsi.
Sandro Corbascio