Ad ogni cosa il giusto valore, è ruotato attorno a questo concetto il convegno “Capocollo di Martina Franca: tutelare il prodotto per valorizzare il territorio” che ieri Venerdì 5 settembre 2014, alle ore 17,30, si è tenuto a Martina Franca presso la Biblioteca Comunale. Si è cercato di mandare un messaggio importante volto alla tutela del prodotto originale, la richiesta da parte dei produttori è quella di debellare le contraffazioni di prodotti realizzati fuori ed etichettati e venduti come Capocollo di Martina. Una identità che ha alle spalle la sua storia, la sua tradizione di lavorazione e conservazione, che merita la giusta attenzione e non necessariamente i riflettori delle vetrine fieristiche, ma al contrario occorre puntare a momenti espositivi anche meno noti, ma che possono rappresentare l’occasione giusta.
L’evento organizzato dall’Associazione Produttori Capocollo di Martina Franca presidio Slow Food, dal Comune e GAL Valle d’Itria ha visto la partecipazione del professor Francesco Lenoci, Docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Vicepresidente dell’Associazione Regionale Pugliesi di Milano, che ha svolto la relazione “Storie di Creazione di Valore: il Capocollo di Martina Franca” egli ha evidenziato quanto essenziale possa essere una crescita sia in termini di produzione di qualità che di storia del prodotto, difendendosi con ogni mezzo dalla contraffazione.
Al tavolo con importanti interventi anche Giuseppe Santoro produttore dell’Azienda omonima, Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, che ha presentato il progetto “10.000 orti in Africa” impegno a cui anche il Comune di Martina Franca ha deciso di aderire. Preziose le testimonianze di Paolo Massobrio, giornalista ed esperto internazionale di enogastronomia, egli ha conosciuto il salume locale solo dieci anni fa, ma da allora è sempre stato un sostenitore dedicandogli un posto d’onore. Interessanti le dichiarazioni di Alfonso Filippone, professore del Dipartimento Scienze Agrarie degli Alimenti e dell’Ambiente dell’Università di Foggia, che ha spiegato come lo studio del capocollo sia diventato in facoltà non solo materia d’esame ma anche valido oggetto di tesi negli ultimi tempi: “all’università di Foggia nasce un lavoro sinergico con la vostra città: lo studio del Capocollo di Martina Franca rientra in un progetto biennale che si pone l’obiettivo di valorizzare i prodotti tipici del territorio studiandone le caratteristiche. Un nuovo approccio scientifico se vogliamo. Si sta cercando di creare una caratterizzazione microbiologica del prodotto attraverso una serie di analisi, in modo da produrre dati analitici e specifici per una successiva certificazione del salume ed un suo relativo miglioramento. Analizzando quanto importante per esempio possa essere l’aroma del vincotto nella stagionatura che ne regala una particolare aroma grazie alla particolare flora che riesce a penetrare nel suo interno. Lo studio e la ricerca si spera possano nel tempo creare la giusta difesa alla qualità di un prodotto meritorio.”
L’incontro, magistralmente moderato dall’assessora alle attività produttive Nunzia Convertini si è concluso con un positivo saluto del sindaco Franco Ancona che ha condiviso la necessità di tutelare un prodotto, quale risulta essere il capocollo, seguendo una traccia di lavoro di cui fanno parte in modo attivo: università, produttori, presidi slow food e quanti come il Gal Valle d’Itria si adoperano per sostenere le aziende territoriali.
Evelina Romanelli