Il Sole 24 ore attacca Renzi l’inconsistenza del famoso bonus di 1,6 miliardi definendoli numeri “astratti e potenziali”. L’organo di stampa di Confindustria ribadisce infatti che l’occupazione non cresce e che il debito pubblico è in crescita, criticando la scorsa conferenza stampa del consiglio dei ministri dove il premier, presentando il Def (documento di economia e finanza) ha tirato fuori il famoso “tesoretto”. Il famoso quotidiano che si occupa di economia ritiene che la millantata pubblicizzazione di questi 1,6 miliardi siano solo un asso nella manica che il segretario del Pd ha estratto a poche settimane dalle elezioni regionali.
Secondo Confindustria, il supposto gruzzolo non c’è. Si tratta di “un deficit”, “numeri astratti e potenziali”, appunto. Definizione molto simile a quella data domenica, sul Corriere della Sera, da Alberto Alesina e Francesco Giavazzi: “Spesa in deficit”, hanno sentenziato i due economisti sotto il titolo “Lo slancio perduto del premier”.
L’On. Chiarelli lancia un comunicato stampa con i medesimi toni critici, di seguito riportato:
“Da un lato dieci miliardi da recuperare per evitare l’applicazione delle clausole di salvaguardia, dall’altro spuntano, in modo improvviso, inaspettato, 1,6 miliardi di un “tesoretto”! E’ come quando indossi il cappotto che hai lasciato per qualche mese in armadio, durante la stagione estiva, e ti ritrovi in tasca una banconota! Solo che la programmazione economica finanziaria di uno Stato, a occhio e croce, non dovrebbe fondarsi sulle “banconote riposte nel cappotto!” Delle due l’una: o siamo in presenza di assoluta incompetenza, o si continua a prendere in giro gli italiani! Ma c’è di più ovviamente. Il “tesoretto” spunta, guarda caso, alla vigilia di un importante appuntamento elettorale, e, guarda caso ancora, Renzi pensa già ad un nuovo “bonus”. E’ sempre tutto assolutamente casuale, ovviamente, ma il miracoloso ritrovamento di 1,6, miliardi di euro, avviene proprio quando i dati sul gradimento evidenziano un significativo calo per Renzi, e anche quel fantomatico 40% di consensi del PD risulta abbondantemente ridotto. Se davvero il governo vuole utilizzare quei soldi, questa volta cambi il target dei destinatari, attenzionando tutti coloro i quali ha ingiustamente escluso con il bonus degli 80 euro. Fermo restando comunque che, visto l’esito inconsistente (se non per gli effetti elettorali) della precedente operazione, sarebbe meglio utilizzare quei fondi per stimolare la crescita economica, eliminando un po’ di tasse, e favorendo gli investimenti che danno lavoro vero”.