Rintracciato un aboratorio cinese scoperto a Martina Franca. “Quale made in Italy? Situazione denunciata da tempo”. Ora si affronti seriamente il problema. Ad alzare i toni, dopo la scoperta dele forze dell’ordine di Martina Franca, trovatisi in presenza di un laboratorio di confezioni cinesi nel quale non sono garantiti i livelli minimi di vivibilità è il segretario della Filctem Cgil di Taranto Giordano Fumarola “perchè la presenza di laboratori clandestini sul territorio non può essere solo un argomento di cronaca, perchè sono ormai palesemente connessi con la crisi del settore manifatturiero locale. Auspichiamo che ci sia una presa di posizione forte da parte di Confindustria e che al più presto si convochi un tavolo anche con le Istituzioni per discutere di come conoscere meglio il fenomeno e di come affrontarlo, evitando di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri”. Il profondo disagio causato dalla precarietà di tantissime famiglie di Martina Franca, infatti, non può e non deve riversarsi sui lavoratori, stranieri o italiani, che sono costretti a vivere e lavorare in condizioni disumane. “Molte aziende si fregiano del marchio Made in Italy, e magari pezzi della propria produzione viene affidata a questi laboratori clandestini. Vorremmo che questo marchio sia carico di significati anche e soprattutto sociali, di rispetto dei contratti e dei diritti dei cittadini e dei lavoratori”, continua Fumarola, che conclude: “La cancrena in cui versa la maggior parte del tessuto economico locale, quello legato al manifatturiero, non è stata determinata da una serie di casualità, ma da scelte nette di chi ha preferito la ricchezza personale e a breve termine rispetto ad investimenti che guardavano anche alla crescita del territorio. La presenza di laboratori clandestini è un’altra declinazione dell’outsourcing, che ha rinsecchito la vitalità economica di Martina Franca”.
Di Evelina Romanelli
Evelina Romanelli è nata a Martina Franca, laureata in Lettere presso l'Università di Bari con una tesi sul comparto manifatturiero della cittadina della Valle d'Itria. Il lavoro diventa libro "Il Made in Italy in Valle d'Itria", presentato a Milano, capitale della moda. La passione per la scrittura l'avvicina nel 2013 all'editoria, anno in cui comincia la sua collaborazione con il gruppo PugliaPress, dai siti online (Martinasera, PugliaPress, Invalleditria) ai cartacei (Pugliapress e Voce del Popolo) e non ultima la trasmissione televisiva Piazza Pulita. Sua la cura dei libretti da sala per il Festival della Valle d'Itria e la redazione di una recente storia sul dancing La Rotonda. Concretizza il suo lavoro con il conseguimento del tesserino da giornalista pubblicista nel 2015. Attiva collaboratrice della Fondazione Nuove Proposte Culturali, per cui segue i comunicati stampa per le manifestazioni organizzate, è addetta stampa del Comitato Centro Storico di Martina Franca. Definisce il suo rapporto con la scrittura "Un'intima relazione d'amore in cui le mani hanno il potere di leggere il cuore" .