Made in Puglia, prodotti e marchi di qualità. Si è discusso di questo nell’incontro di questa sera a Palazzo Ducale nell’incontro dal titolo: “Prodotti Marchi di Qualità di Puglia – Presentazione e analisi delle problematiche del Settore Agricoltura”. È stato un incontro a metà, sia per l’enorme ritardo col quale è andato in scena, sia per i personaggi che hanno dato forfait (come l’assessore regionale Nardoni) o per quelli che a causa del ritardo hanno abbandonato la Sala degli Uccelli a causa di altri impegni già programmati, senza nemmeno intervenire (come il consigliere regionale Pd, Donato Pentassuglia).
Ha aperto la serata Nunzia Convertini, assessore comunale allo Sviluppo Economico, che nel suo intervento ha fatto presente che “Il made in Puglia non è solo un marchio, ma una filiera che coinvolge produttori, fornitori e artigiani, in un processo sì unitario, ma che è fatto da numerosi attori. Le aziende stanno vivendo tanti problemi, come ad esempio quello relativo all’accesso al credito, la crisi internazionale, la contraffazione e la concorrenza sleale. Marchi di Qualità di Puglia è un’opportunità straordinaria per la Valle d’Itria e per il suo futuro. Non servirà solo creare un paniere di prodotti di eccellenza, ma dovremo anche promuoverlo adeguatamente presso i canali della ristorazione, sia in Italia che all’estero”.
Subito dopo è intervenuto Nicola Laricchia (Area Politiche per lo Sviluppo Rurale della Regione Puglia), che, dopo aver ringraziato il sindaco Ancona (presente in sala), l’assessore Convertini e il consigliere Pentassuglia, è passato a parlare nel dettaglio del neo-costituito marchio di qualità: “Noi siamo molto attrattivi, sia a livello nazionale che internazionale, abbiamo una forte identità e una grande storia. Il nuovo marchio rappresenterà tutta la qualità che possiamo dare sul mercato, infatti abbiamo predisposto degli standard qualitativi per materie prime e lavorazione ben al di sopra di quelli normalmente riconosciuti. Abbiamo inoltre previsto uno Statuto molto preciso e regolamentato, basti pensare che i soggetti che potranno richiedere il marchio dovranno avere la sede locata in Puglia. Ma non solo, abbiamo anche previsto un controllo informatizzato per le filiere, in grado di garantire un elevato grado di tracciabilità, e i controlli saranno effettuati da un organismo di vigilanza regionale, che eseguirà verifiche anche nei punti vendita”.
Dopo la presentazione tecnica, si è aperto il dialogo, con l’assessore Convertini che ha rivolto a Laricchia una domanda piuttosto semplice e diretta: quali sono i tempi per il rilascio del marchio ai soggetti interessati? “I tempi inizialmente saranno un po’ lunghi, perché siamo agli inizi – ha risposto Laricchia – ma contiamo di portarli ad una media di 2-3 settimane al massimo”. La Convertini ha quindi proseguito: “Abbiamo già un paniere di prodotti già certificati?”. Ecco Laricchia: “Si, abbiamo già una quarantina di prodotti già marchiati, che spaziano dall’ortofrutticolo sino al vivaistico. Nelle prossime settimane la lista crescerà ancora”.
La parte finale è stata forse quella meno interessante, con uno sterile dibattito fra gli operatori, molti dei quali appartenenti alla stessa filiera. Un produttore di latte che se la prende con un produttore di mozzarelle ci pare ad esempio uno spettacolo poco utile, e decisamente fuori traccia rispetto al tema dell’incontro.
Carlo Carbotti