Un normale sabato sera, con la più rinomata pizzeria di Martina Franca. Delle famiglie ai tavoli hanno consumato la cena, come al solito il locale è strapieno di gente. Un dopo cena tragico, tre cicchetti di limoncello, ma al posto del liquore artigianale della soda caustica. Uno dei tre, un noto avvocato martinese, lo ingerisce tutto d’un botto, le due signore lo sorseggiano ed è la loro fortuna, non va nulla nello stomaco ma solo delle ferite nella bocca. L’avvocato viene portato immediatamente in ospedale a Martina, subito dopo al SS Annunziata a Taranto. Si interviene tempestivamente come prevede la profilassi in questi casi. La giornata di ieri è lunga per le tre famiglie coinvolte. Dalle prime notizie giunte in redazione nella tarda mattinata, c’è chi è riuscito a parlare con il professionista. E’ preoccupato, ma le sue condizioni non sono disperate. Questa mattina si aspettano gli esami che, tenendo le dita incrociate, tutti speriamo  sia risolvibile. Lo sarà. Dall’ altra parte, delle famiglie sulle quali è caduta una tegola. La pizzeria ha aperto regolarmente nella giornata di ieri.

Fin dall’inizio conoscevamo i nomi dell’avvocato,  delle due donne interessate nella vicenda e della pizzeria. Abbiamo deciso di pubblicare la notizia solo in serata, omettendoli. Non abbiamo voluto fare killeraggio. La pizzeria è la migliore in assoluto e non solo della città, con una esperienza quarantennale. Sono diverse le famiglie che vi lavorano. Non si può colpevolizzare l’intera attività per un errore probabilmente di uno solo che non siamo noi a dover giudicare, ma gli organi preposti a farlo. Ecco perché non abbiamo risposto a centinaia di lettori che insistentemente ce lo hanno chiesto. Così come abbiamo deciso di ovattare il nome dell’avvocato, una persona stimabile che in questo momento ha l’unica cosa di cui preoccuparsi: la sua salute. Continueremo ad adottare questa linea editoriale. Siamo il primo giornale di Martina dal 1999, non l’ultimo. Lo facciano altri. Chiamatela etica, deontologia o come vi pare. Dovevamo scrivere la notizia e lo abbiamo fatto, ma nessuno ci obbliga a dare nomi per soddisfare la curiosità dei leoni dei social.

Antonio Rubino

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