La città di Martina vuole essere libera e coesa.
Alla marcia della legalità non c’era la folla elle grandi occasioni ma c’era la rappresentanza dell’ amministrazione comunale, delle forze dell’ ordine e di numerose associazioni della società civile. Ma soprattutto c’erano ragazzi e cittadini con un solo intento comune: ribadire con forza la voglia e la volontà di legalità intesa come pace e libertà. Diversi gli interventi tesi a ribadire questo concetto. Ma ci permettiamo di citare l’intervento di Donato Carrisi, scrittore e criminologo: “Martina è nostra”. Grido da ripetere con forza per rispondere alla sfida che evidentemente una organizzazione criminale sta cercando di sferrare alla città. Criticando aspramente chi ha definito inutile la marcia, Carrisi ha citato un rapporto della commissione antimafia che evidenzia come tutti i segnali di queste ultime settimane, culminati con la bomba “rumorosa” di qualche sera fa, portano a pensare al tentativo di inserimento sul territorio di una mafia “locale”, e non venuta da fuori come lui stesso in un primo momento aveva pensato. Non bisogna aspettare le bombe per dire “no” e va fatto tutti insieme, senza nascondersi. Gli ha fatto eco don Luigi De Giorgio, vicario foraneo, esortando a essere “artigiani di pace”. Questa manifestazione avrà un senso se da oggi ci guarderemo intorno e non avremo paura di denunciare ogni fatto criminoso. “Martina libera” hanno gridato i ragazzi dell’ azione cattolica. C’era anche il Vescovo di Taranto Filippo Santoro, il quale ha esortato ancora una volta i cittadini a combattere il male con il bene, con la buona vita e la solidarietà sociale. E il Sindaco Franco Ancona ha concluso con forza ed evidente emozione: “dobbiamo dare subito un segnale di coesione e di decisione; non vogliamo far entrare la sopraffazione e la criminalitá”. É necessaria l’unitá tra le istituzioni e delle istituzioni con la città. Ribadendo con forza: “qui non si passa; é un processo delicato ma va gestito con fermezza! Dobbiamo restituire serenità e sicurezza e per questo serve tanto l’azione decisa delle istituzioni e delle forze dell’ ordine quanto quella dei cittadini. La sicurezza é alla base dello sviluppo e nonostante le difficoltà del momento bisogna lavorare insieme per garantirla. Oltre a lavorare per aiutare le fasce deboli ed evitare che i più deboli vengano adescati e minacciati dalla criminalità. Dobbiamo fare un grande investento e per questo serve l’unità”
Matteo Gentile