Come in tutte le cose è sempre colpa di un altro. Individuare un colpevole è la cosa più semplice per non addossarsi le responsabilità. Eppure, nella introduzione della differenziata a Martina Franca ci sono molti colpevoli, ad iniziare dalle istituzioni che non si sono preparate adeguatamente, iniziando dalla mancanza di un regolamento del funzionamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi ed urbani, del quale l’unico esistente risalirebbe al ‘95. Ci sono tanti dubbi ed interrogativi anche riguardo l’insediamento delle isole ecologiche. La domanda che viene spontanea è se è stata modificata la destinazione Urbanistica delle aree dove sono state ubicate? Per fare una qualsiasi opera occorre una autorizzazione urbanistica/edilizia, pareri paesaggistici, SIC, ecc. Sono stati acquisiti? Non sarebbe regolare se prima fossero state istituite e poi sistemate le autorizzazioni. Ma l’introduzione della differenziata a Martina è partita da un regolamento copia/incolla che non ha tenuto conto delle peculiarità del territorio. Innanzitutto quella di creare una differenza sostanziale tra chi abita nell’agro e chi invece abita in città. I primi sono stati fortemente penalizzati. Intanto, le isole ecologiche sono poche e mal distribuite. Tanta gente deve fare parecchi chilometri per andare a conferire i rifiuti, con conseguenti aggravi di costi e di tempo, mentre chi abita in città deve solo scendere dal portone, per non parlare dei contenitori condominiali che, dopo l’eliminazione dei cassonetti, sono diventati strapieni e ricordano quelli appena eliminati, a significare che proprio i ‘cittadini’ erano i primi utilizzatori di quelli dell’agro. Altre differenze provengono dallo smaltimento dell’umido che in città avviene quotidianamente, mentre i campagna si è obbligati ad utilizzare le compostiere con tutte le conseguenze da esse determinate, senza considerare che praticamente quelli che usano le compostiere in campagna di fatto pagano la loro parte sull’umido che comodamente viene smaltito in città. L’uso della compostiera potrebbe essere fatto anche in città, visto che esistono quelle condominiali ed addirittura da appartamento. Provate ad immaginare cosa deve fare una mamma con un neonato che abita nell’agro. Come smaltire i pannoloni o semplicemente gli assorbenti del proprio ciclo mestruale, rispetto chi abita in città? I disagi sono tanti e la campagna pubblicitaria relativa gli sconti è quanto più falsa di quanto si possa immaginare. E’ pura pubblicità ingannevole ed andrebbe segnalata all’autorità. Si parla di sconti anche importanti, ma è ‘ingannevole’ in quanto non sono tali, ma si riferiscono alla parte variabile di quanto dovuto, ma lo dicono sottovoce o non lo dicono affatto. Il 10% di sconto di chi usa la compostiera diventa in realtà meno del 3%, così come il 65% dovuto a chi è distante parecchi chilometri dall’isola ecologica, risparmia appena il 20% e così a seguire. Conti alla mano, se si fa il conto della benzina utilizzata per raggiungere l’isola ecologica, ci si rende conto che i costi superano la tanto pubblicizzata diminuzione della tariffa. Per capire meglio la situazione, bisognerebbe sospendere il porta a porta anche in città e obbligare tutti ad utilizzare le isole ecologiche. Si avrebbe la reale percezione del problema che si vuol fare condividere ai residenti nell’agro. Sembra strano, ma è la fase successiva che avverrà.  Il porta a porta è costoso. Dicono bugie quando parlano di diminuzione nel tempo della TaRi. Speriamo solamente di evitare l’Ecotassa che da quest’anno si dovrebbe pagare in riferimento a tre mesi, rispetto quelli inferiori precedenti. La raccolta differenziata a Martina è partita con molta approssimazione. Sbaglia chi se la prende con il gestore. E’ stato il regolamento completamente sbagliato. L’unica colpa della Monteco, in questi giorni, è stata quella magari di non aver pulito bene l’area dove sono stati rimossi i cassonetti, anche se si è ripetuta la scena del lenzuolo corto. L’agro di Martina, ovunque è diventato un colabrodo di rifiuti.  Difficilmente si riuscirà a rimediare se non avviene in qualche modo un accordo tra i residenti in campagna e l’Amministrazione Comunale. I primi sono gli unici che possono presidiare l’agro, diventandone i guardiani, ma se vengono vessati con regole discriminatorie e costi superiori, difficilmente lo faranno. La situazione potrà cambiare quando sarà introdotta l’applicazione puntuale della tariffa. Non è giusto che tutti paghino la stessa tassa. Coloro che differenziano di più, rispetto ad altri, devono essere applicate forte riduzioni, fino al totale abbattimento della tassa, ridotta al minino per le pulizie delle aree comuni. Al contrario chi non la fa bene e differenzia poco.  Questo avviene in tutte le città virtuose. C’è poi un altro dato che va considerato: in campagna c’è gente che non ha un’auto. Non sono pochi quelli che si muovono con molte difficoltà. Come faranno ad andare a raggiungere le isole ecologiche? La situazione è più grave di quello che sembra. L’arroganza e la presunzione di chi ha delle responsabilità, unite all’inesperienza, peggiorano la situazione. Martina è la Capitale della Valle d’Itria, ha un dovere morale nei confronti degli altri Comuni, non solo nell’organizzazione di eventi congiunti. E’ la città con la maggiore popolazione, ma avrebbe molto da imparare dalla piccola Locorotondo, soprattutto in lezioni di civiltà ed esempi. Ma occorre umiltà e soprattutto la volontà di risolvere il problema, lasciando da parte la propaganda politica. La città è di tutti. La Valle d’Itria è di tutti. Forse l’Amministrazione Comunale meno. E pensare che c’è chi vuol far pagare la tassa di soggiorno in queste condizioni.

 

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