Di seguito un comunicato diffuso dal consigliere regionale Antonio Martucci:
“Sono stato in visita al presidio permanente dei ‘Forconi’ al bivio di San Basilio per ascoltare le loro questioni, le loro esigenze, i loro problemi”.
Il Consigliere Regionale del gruppo Moderati e Popolari Antonio Martucci ha voluto far sentire la sua vicinanza agli allevatori.
“Rivendicano solo la dignità del proprio lavoro e mi sembra il minimo che possano fare affinchè qualcuno glielo riconosca – ha detto – si sentono abbandonati dalle istituzioni e dalle associazioni di categoria. Noi abbiamo l’obbligo di far tornare loro la speranza”.
Da diverso tempo il movimento dei Forconi ha avviato una campagna di sensibilizzazione, a mezzo volantini sul quale descrivono un vertiginoso aumento dei costi di produzione a fronte di un prezzo alla stalla che invece resta sempre costante. Si pensi che il gasolio è passato dalle 300 lire del 1980 ai 0,40 euro del 2002, fino a 1,03 euro del 2013, otto volte tanto. Peggio ancora per il costo dei mangimi passato dalle 20 mila lire del 1980, ai 21,00 euro fino ai 42,00 euro del 2013, un costo più che quadruplicato.
Al contrario, invece, i costi del latte alla stalla sono rimasti sempre uguali: se nel1980 il latte veniva venduto a 850 lire, nel 2013 viene venduto a 0,39 euro.
“Colpa sicuramente delle quote latte che limitano la produzione, colpa dei costi eccessivi dovuti anche alla scarsità di acqua. Resta certo che tutto questo non è possibile, perché si tratta di lavoratori che rappresentano un’importante fetta di economia capace di generare indotto. Da loro passa la valorizzazione del territorio, perché se è vero che si vogliono valorizzare i prodotti agroalimentari di Puglia occorre che si accompagnino alla volontà anche politiche di sostegno capaci di conoscere i problemi delle diverse categorie e soprattutto capaci di saperle affrontare”.
Una situazione che ha comportato la chiusura di diverse azienda: “Questa condizione – dice Martucci – ci regala un 30% in meno di aziende costrette a chiudere perché impossibilitate a lavorare e ormai incapaci di produrre reddito, e tutto questo nonostante in questo caso non sia una mancanza di ordini a mancare, quanto un’attenta politica di sostegno e sviluppo”.
La Puglia, vista anche la sostanziosa produzione casearia, non riesce a soddisfare il fabbisogno di latte ed è per questo obbligata ad importarlo da altre regioni d’Italia, oppure dall’estero. “Possiamo permettere che le nostre mozzarelle, i nostri formaggi e le nostre produzioni vengano realizzate con latte importato? Come facciamo allora a parlare di brand agroalimentare pugliese?”