I dipendenti della sede Selex Electronic Systems di via Orate e Viale del Lavoro di Taranto hanno aderito stamattina, praticamente in massa, allo sciopero indetto dalle RSU di FIM, FIOM e UILM in accordo con le rispettive segreterie territoriali e nazionali, con presidio presso lo stabilimento di via Orate (nei pressi del faro di S. Vito). L’obiettivo era quello di segnalare l’incongruenza tra il percorso presentato dall’azienda lo scorso 6 giugno e tutto ciò che era stato discusso nei precedenti incontri e suggerito dalle RSU. Nel corso del confronto l’Azienda haribadito l’importanza del piano di riorganizzazione di Selex ES (gruppo Finmeccanica) e della necessità di proseguire su quanto annunciato, in particolare sulla razionalizzazione dei siti, con la chiusura di 22 sedi in tutta Italia e in Europa. Nell’incontro erano state illustrate le modalità con cui l’azienda vuole affrontare le eccedenze dichiarate nel piano. Sono annunciate 1.938 unità in esubero, di cui 840 di lavoratori diretti e 1.098 indiretti. La proposta Aziendale prevede l’utilizzo della cassa integrazione straordinaria a zero ore per 1.822 lavoratori a partire dal 1-7-2013 al 30-6-2015 e, sempre nello stesso periodo, per tutti gli altri dipendenti 4 ore di Cassa integrazione straordinaria settimanale con fermate collettive. Ciò vuol dire che i primi percepirebbero in media 900 euro mensili di cassa integrazione, mentre per tutti dipendenti, che sono circa 15.000 per tutta l’azienda, e un centinaio a Taranto, si parla di una perdita media dallo stipendio di circa 200 euro procapite. Le organizzazioni sindacali hanno ritenuto inaccettabile una proposta del genere, prospettando al contrario la possibilità di fronteggiare l’attuale stato di crisi di lavoro con tutta una serie di provvedimenti orientati a tagliare sprechi e privilegi. Ad esempio la riduzione del numero dei dirigenti e la riduzione dei contratti di consulenza, sensibilizzando l’azienda a favore dell’utilizzo di strumenti con impatto economico ridotto su tutti i lavoratori in alternativa a quelli indicati. Sono stati chiesti anche tagli dei costi superflui (parco auto, trasferte annuali indiscriminate, super-consulenze, penalizzazione dei responsabili degli sprechi, etc. etc.). «Tutto ciò è in realtà frutto di errori industriali prodotti dal management delle tre Aziende attualmente fuse in Selex ES – dichiarano i responsabili dei sindacati – ed è quindi ancor più inaccettabile che oggi si voglia far pagare il prezzo di questi errori proprio ai lavoratori che non ne sono responsabili»