Dopo la nota di Mandina dove si ribadiva che il drenaggio delle acque è assicurato da strati di “pietrame” (pietrame che non avrebbe mai fatto cedere il terreno, e dopo che lo stesso Mandina, nella nota diffusa, ha ribadito chiaramente che i giostrai non hanno chiesto il parere della commissione comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo per farsi rilasciare la licenza di agibilità ai sensi dell’art. 80 del T.U.L.P.S. – che prevede l’acquisizione del parere della Commissione Comunale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo a cui viene sottoposto il “progetto” di “pubblico spettacolo” – e ad oggi – stando alla stessa nota diffusa dall’Ing. Mandina – nessun progetto è stato prodotto relativamente all’area in questione da parte dell’organizzazione dei giostrai), viene da chiedersi se già dall’inizio della querelle un margine per le trattative fosse solo pura utopia.
Oramai non vi è più tempo per montare. Si è proposto di tutto. Ma tutto è stato rifiutato. Come se ciò non bastasse vi è la possibilità di una manifestazione di giostrai, accompagnati dai sostenitori delle giostre, proprio durante la cerimonia dei ceri. Il che non sarebbe ammissibile, in una città che comunque deve celebrare la sua festa religiosa in santa pace.
Ne vedremo ancora delle belle oggi pomeriggio?