Si chiama direzione nazionale. In concreto è resa dei conti. Dopo il disastro dei giorni scorsi per l’elezione del presidente della Repubblica il partito democratico spaccato in due, otre, o forse più ancora, va a una riunione per capire alcune cose essenzialmente ed urgentemente. Chi guida ora che il segretario si è dimesso, e in vista del nuovo congresso? Chi fa le consultazioni per il governo? Che si fa per il governo?
Sullo sfondo poi il voto in parlamento, appunto per il nuovo governo, e il congresso, di un partiti dilaniato.
Che però intanto ieri ha vinto le elezioni in Friuli Venezia Giulia, sia pure per pochi voti: Debora Serracchiani presidente. Sconfitto di misura il candidato del Pdl, Tondo (presidente uscente). Tonfo del movimento 5 stelle, che si ferma al 20 per cento e che solo due mesi fa aveva preso, alle politiche, il 28 per cento.
In chiave locale dei nostri territori, la base del Pd vuol farsi sentire in merito alle evoluzioni della situazione politica. Il segretario del partito democratico di Martina Franca, Pino Bonasia, aveva detto no ad alleanze innaturali. Ma lo aveva detto prima del discorso del presidente della Repubblica il quale ha tracciato una strada obbligata, che piaccia o no.
Anche a Martina quelli del PD si devono convincere che l’unica scelta è bruciare la tessera.