Avrebbe confessato l’omicidio a seguito di una lite, ma non il tentativo di furto il 33enne martinese Angelo Semeraro arrestato ieri dalla PS di Martina Franca nella sua abitazione dove vive insieme ai genitori. Gli inquirenti hanno rinvenuto nell’abitazione degli indumenti impregnati del sangue della vittima, Martino Aquaro impiegato INPS in pensione di Martina Franca, in particolare un jeans, un giubbotto, la maglietta e la suola delle scarpe. Nella stessa abitazione sono stati trovati anche il pezzo del bastone con il quale è stato colpito ripetutamente la vittima (la parte mancante coincidente era sulla scena del delitto) ed un coltello che sarebbe stato usato nell’omicidio. Si fanno le prime ipotesi sull’omicidio. Semeraro, un tipo solitario e forse con alcuni problemi di natura psicologica, stava vagando da campagna a campagna ( infatti le diverse proprietà nella zona non hanno mura di cinta), forse proveniente da un trullo abbandonato dove spesso alcuni tossicodipendenti vanno a drogarsi. Sarebbe giunto quindi nella proprietà di Aquaro che stava coltivando il suo orto, ne sarebbe nata una discussione sfociata nell’aggressione selvaggia al poveretto. Non è chiaro l’uso fatto di un lenzuolo pieno di sangue che è stato rinvenuto, probabilmente ne sapranno dare una spiegazione i familiari della vittima giunti successivamente sul posto. Semeraro, interrogato dagli inquirenti è stato un fiume in piena, pur potendosi avvalere della facoltà di non rispondere. Le sue dichiarazioni sarebbero state a volte anche confuse, ma non avrebbero lasciato adito a dubbi sulla sua colpevolezza. Semeraro era disoccupato da anni ed aveva un precedente penale per rapina di alcuni anni fa.
L’interrogatorio del GIP, presso il carcere di Taranto dove è stato rinchiuso il martinese, dovrebbe avvenire domani mattina ed in quella sede ci dovrebbe essere la conferma dell’arresto.