C’era una volta il reparto di cardiologia. C’era anche l’UTIC, perlomeno le attrezzature pagate profumatamente inaugurate in pompa magna. C’erano anche proclami di gloria: ospedale nuovo, implementazione dei reparti. Abbiamo ascoltato e scritto tante dichiarazioni, seguito dei consigli comunali monotematici alla presenza dell’Assessore regionale alla sanità Ettore Attolini che disse: “l’ospedale di Martina Franca non chiuderà. Anzi ci saranno nuovi posti letto, almeno considerando i dati epidemiologici, a Martina Franca ne servono di più”. Sullo stesso tenore altre dichiarazioni di Consiglieri regionali sulla paventata chiusura dell’ospedale di Martina: “Le notizie uscite sulla stampa locale in merito alla presunta chiusura dell’ospedale di Martina, sono prive di fondamento, ed hanno esclusivamente creato un inutile allarmismo nella comunità martinese” disse Laddomada, mentre Pentassuglia aggiunse: “non solo non chiuderà ma a breve verrà completamente rimesso a nuovo”. Già, a nuovo. Sabato pomeriggio tre ammalati sono stati trasportati in medicina. Forse sarebbe stato meglio trasferire quelli di medicina che vertono in condizioni strutturali fatiscenti (dove i bagni si intasano ed il reparto spesso si allaga), in quello di cardiologia, sicuramente più idoneo. Un reparto, quello di medicina nel quale per porvi rimedio sulle pessime condizioni strutturali si cerca di elevare lo spirito dei degenti e del personale con un grande presepe. Siamo spesso stati attaccati quando abbiamo scritto che non credevamo alle chiacchiere che molti politici dicevano. Volevamo però essere smentiti dai fatti. Sulla sanità pugliesi si sta giocando una spartizione politica in prospettiva delle prossime competizioni elettorali. Strane manovre. L’ospedale di Martina rischia la chiusura o, perlomeno, un grande ridimensionamento, tanto da volerlo paragonare a quello di Massafra (frasi sibilline di Attolini a Martina). La chiusura di cardiologia è un primo segnale, al quale, purtroppo, ne seguiranno altri.