In questi giorni in cui si parla della Tares, la nuova tassa rifiuti a livello nazionale che sostituisce la Tarsu, la preoccupazione dei martinesi non deve essere solo di quanto dovranno sborsare in più, ma anche di quanto stanno attualmente pagando: noi stiamo pagando anche lo smaltimento di rifiuti che non sono prodotti da noi. La prova è stata trovata da Agostino Quero, che l’ha subito pubblicata: si tratta di alcune buste di immondizia accatastate presso dei cassonetti a Monte Fellone, circa un chilometro da Villa Castelli, che riportano la dicitura ATO BR/2, cioè Ato Brindisi 2 e che servono per la raccolta differenziata. Differenziazione che non solo non c’è stata, dato che la busta non era in un contenitore apposito ma era per terra, ma andrà a pesare sul bilancio martinese per il suo smaltimento ad opera della Tradeco, i cui lavoratori l’anno raccolta come tocca loro fare: non potevano certo lasciarla lì.
Tempo fa l’associazione un’altra Martina ha fatto una campagna d’opinione in favore della raccolta differenziata, in cui ha ricordato come un chilo di rifiuti differenziati invece che gettati dell’immondizia generica consentono un risparmio di circa dieci centesimi. Dalle dimensioni della busta fotografata è plausibile che il suo peso sia di almeno due-tre chili.
Nel comune di Villa Castelli il servizio di igiene urbana è gestito dalla Cogeir, in associazione temporanea di imprese con Monteco Srl, che provvede alla raccolta differenziata. In quel comune sono distribuite buste e contenitori con indicazioni di cosa mettere dentro, in modo da favorire la percentuale di raccolta differenziata che in effetti è abbastanza alta. La raccolta della plastica, effettuata tramite buste gialle semitrasparenti come quella trovata a Martina, avviene tramite ritiro porta a porta ogni venerdì entro le ore 6:00.
È possibile che qualche abitante di Villa Castelli, non avendo gettato entro l’orario prescritto la busta con l’immondizia abbia deciso di disfarsene venendo a Martina, a Monte Fellone, per gettarla via. Non è però né un gesto educato né lecito.
Daniele Milazzo