Il Consigliere regionale e presidente della V commissione Donato Pentassuglia (PD), interviene riguardo le decisioni prese nel Consiglio Comunale Monotematico sulla Sanità organizzato a Martina Franca, a cui ha preso parte l’assessore regionale alla sanità, Ettore Attolini. Pentassuglia ha così dichiarato: “L’ospedale di Martina non chiuderà e i numeri parlano chiaro: 32 mila pazienti annui, ovvero circa 90 accessi al giorno. Nelle scorse settimane si era diffusa una preoccupazione fra i cittadini, un allarmismo che paventava la chiusura del nostro nosocomio. Questo non avverrà, il Presidio Ospedaliero della Valle d’Itria non subirà una disattivazione ma solo un riordino previsto nel piano Regionale di Salute 2008-2010 (approvato con la legge regionale 19 settembre 2008, n. 23) che prevede una riorganizzazione della rete ospedaliera per ambiti territoriali (comprensorio; provincia; macro-area) e tipologie assistenziali (ospedali di primo livello o di base; ospedali di livello intermedio; ospedali di riferimento provinciale e/o regionale). A chi – continua Pentassuglia -, denigrando il lavoro fatto in questi anni, ha dato fondatezza al chiacchiericcio sulla chiusura vorrei rispondere che il nostro ospedale non solo non chiuderà ma a breve verrà completamente rimesso a nuovo. Verranno, infatti, ammodernati e ristrutturati gli ultimi quattro reparti, ovvero medicina, nefrologia, urologia e pediatria, con un finanziamento di un milione e cinquecentomila euro già concesso a luglio ma ufficializzato con la determina n.300 del 17 settembre 2012. Da lunedì scorso, inoltre, sono aperte le nuove cucine dell’ospedale di Martina Franca che erano nel progetto di ammodernamento e messa in sicurezza. Per quanto riguarda i posti letto non siamo in deficit se pensiamo che il futuro va verso l’assistenza domiciliare e la riduzione dei ricoveri, come richiamato dall’intesa Stato-Regioni del 3 dicembre 2009 che è intervenuta in materia di razionalizzazione della rete ospedaliera ed incremento dell’appropriatezza dei ricoveri, al fine di promuovere il ricorso più mirato al ricovero ordinario, al ricovero diurno e all’assistenza in regime ambulatoriale nonché di favorire l’assistenza residenziale e domiciliare. Abbiamo più posti letto e più offerta sia ospedaliera che territoriale.” Una nota dolente però rimane: “L’unico vero problema che permane – conclude il Presidente della V Commissione – è quello del personale, perché Taranto con l’esodo a pensione ha perso 329 operatori sanitari fra il 2011 e il 2012 che va ad accumularsi ai 423 operatori in meno in pianta organica: ciò, pur avendo nuovissimi macchinari, porta a lunghissime liste d’attesa (si parla di 6-8 mesi per l’elettromiografia, 7 mesi per un ecodoppler, 3 mesi per i raggi). Ed è su questo grande tema che bisognerebbe unire le forze e gli sforzi per recuperare questa ingiustizia che viviamo per errori sulle piante organiche 2002, 2004 e norme stringenti del piano di rientro con il blocco del turn over. Spero di non essere lasciato ancora una volta solo in questa ennesima battaglia. A tal proposito un doveroso ringraziamento va a tutti gli operatori sanitari che stanno lavorando ai limiti della legalità per continuare a garantire un’alta qualità di prestazione e numeri di tutto rispetto, con riferimento agli standard di legge”.