Da questa finestra che vedete in foto si sente piangere. Si sente piangere in modo straziante dalle 22, e adesso è mezzanotte. Si sente un pianto femminile, forse di una ragazzina. Chi scrive non dovrebbe lasciarsi andare a considerazioni personali, ma non posso fare a meno di dire che io non ho mai sentito un pianto così disperato, continuo, terrificante, straziante.
Questa finestrella si trova nel centro storico, in alto, all’interno di un atrio a meno di cinquanta metri in linea d’aria dalla Basilica di San Martino.
Si è cercato più volte di chiamare, di chiedere se ci fosse bisogno di aiuto, cosa fosse successo. Nessuna risposta, come se chi fosse dentro quella camera non sentisse nulla tranne il proprio dolore. È agghiacciante chiedere se ci sia bisogno di aiuto e non ricevere nessuna risposta.
Dopo aver sentito un pianto così singhiozzante, così disperato, a cosa si pensa? A tutto.
Dopo aver chiamato i carabinieri è arrivato un agente. Ha cercato anche lui di parlare, ma senza ottenere nessuna risposta. Si è cercato il portone della casa, e ha bussato. Si è qualificato come carabiniere e qualcuno gli ha aperto. Ha chiesto chi stesse piangendo e perché, e una voce femminile, di mezza età, spiccatamente martinese ha detto dopo una breve pausa: «perché, uno non può piangere?».
Il carabiniere ha insistito ed è entrato. Lo si è sentito bussare a una porta, ha chiesto di aprire. Non sappiamo se sia entrato, cosa abbia visto, cosa gli sia stato detto.
Ma questo è stato alle undici. È mezzanotte, e il pianto non cessa ancora. Non ha mai smesso, anzi continua a uscire da quella finestra sempre più forte. Sempre più forte.
Poi è arrivata la polizia. Verso l’una un poliziotto ha detto che “è tutto a posto”. Hanno tranquillizzato la situazione. La serata in quel contesto è stata terribile ma speriamo che un minimo di serenità sia riuscita a tornare e che, col passare delle ore, tutto si tranquillizzi completamente.
Daniele Milazzo
Sarà depressione.