Intervista al Presidente della Pro-Loco, ed ex presidente del PD Pino Bonasia, dove si parla di qualità di vita, in generale. Ma anche in riferimento alle vicende attuali.
In un post su facebook Lei parlava di cambiamenti necessari per la nostra città. A cosa si riferiva?
In generale. Una città di 50 mila abitanti non è una contrada o un paesello dove ci può permettere di fare alcune cose. L’area dove ora c’è un parcheggio appositamente destinato per i cittadini, dinanzi al Centro Servizi, è stata pensata per migliorare la qualità della vita di un intero quartiere e non solo, anche per i turisti, e lo dico da Presidente della Pro-Loco. Trent’anni fa quella zona era poco abitata e ci si poteva permettere certe cose. La città oggi è strutturalmente cambiata e occorre garantire ai cittadini, e anche ai turisti che vengono a trovarci, una città a misura d’uomo, pulita, sicura. Ci sono delle aree attrezzate per quel tipo di discorso? Bene, si utilizzino le aree predisposte.
In riferimento alla qualità della vita, Lei parlava anche di “scelte”…
Guardi, un Sindaco deve compiere scelte impopolari. Se non lo facesse sarebbe preoccupante. Le scelte impopolari sono quelle che pensano alla città in prospettive a lungo termine: come sarà la città fra vent’anni, ad esempio. Scelte compiute, come quelle relative ai cortei funebri, alle processioni – tradizioni che vanno sì rispettate ma sempre in un’ottica di rispetto della qualità di vita di una città che cresce – vanno comunque fatte perché a livello urbano Martina Franca è destinata a diventare una grande città.
La città cresce e i cittadini pensano di più alle giostre che non alla loro stessa qualità di vita. Vanno al comune e manifestano il loro dissenso dinanzi alle scelte impopolari di cui Lei parla.
Non credo che non pensino alla loro qualità di vita. Solo una cinquantina in realtà, o poco più, coloro che manifestano rumorosamente contro queste scelte impopolari. In realtà la maggioranza dei cittadini che rivendicano il diritto alla sicurezza, all’igiene urbana, preferiscono rimanere nel silenzio. Non amano le inutili bagarre. Quello che però non comprendo è il clamore che alcune persone riescono a suscitare di fronte a cose come queste. Perché anni fa, quando volevano chiudere l’Istituto Scolastico Marconi per problemi strutturali, ad esempio, nessuno alzava polveroni?
Lei ha parlato anche di “comunicazioni da fare in tempo” per non dare alibi a nessuno.
In realtà già quando ero segretario del PD si parlava di spostare le giostre, e altre decisioni simili. E nessuno all’epoca osava proclami e strumentalizzazioni politiche come quelle verificatesi. Io all’epoca della mia esperienza col PD, in riferimento ad esempio al programma di rigenerazione urbana, nella primavera del 2013, bè, nessuno l’ha letto, quel programma. Ora invece il dibattito “virtuale” è a questo livello.
Cosa dovrebbe fare adesso il Sindaco, secondo Lei?
Non deve tornare indietro sui suoi passi. Assolutamente no. Mai cedere alle pressione di persone venute dall’esterno ad imporre i loro diktat. Se il Sindaco ha compiuto quelle scelte è giusto che le porti fino in fondo. Conoscendolo, non lo farà. Un sindaco che si assume le sue responsabilità dinanzi alle scelte è uno che, per forza di cose, deve compiere scelte impopolari.