Di seguito un comunicato diffuso dal circolo “Peppino Impastato” di Taranto, del partito della rifondazione comunista:

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ha dichiarato:

 

“Gli operai della Cellula di Rifondazione Comunista dell’ILVA di Taranto, con la federazione tarantina di Rifondazione Comunista, lanciano una raccolta di firme che chiede la nazionalizzazione dell’azienda, il risanamento dello stabilimento di Taranto, la difesa dei livelli occupazionali, il controllo da parte dei lavoratori e della società civile sul processo di riqualificazione degli impianti e di bonifica del territorio e il potenziamento dei presidi sanitari locali. Il PRC ritiene che finalmente debbano essere le persone che giorno per giorno vivono un’insostenibile condizione di incertezza in merito al loro futuro ad esprimere un’opinione su quello che accadrà al più grande sito produttivo del paese. A questo scopo da domani inizierà una raccolta firme dentro il siderurgico jonico. L’obbiettivo è porre il governo di fronte alle sue responsabilità, sollecitandone l’intervento nell’unica direzione che porterebbe alla soluzione definitiva del “caso ILVA”, nonché la sola in grado di superare l’artificioso dilemma Ambiente/Lavoro.

Di seguito il testo della petizione.

 

 

Noi sottoscritti lavoratrici e lavoratori, chiediamo al governo di provvedere rapidamente alla nazionalizzazione dell’ILVA, al fine di realizzare senza ulteriori indugi i seguenti obiettivi prioritari:

– Garantire e gestire la complessa opera di bonifica e la riconversione ambientale delle produzioni, mantenendo la produzione di acciaio in Italia e nei siti produttivi esistenti.

– Utilizzare per queste opere gli enormi profitti realizzati dalla famiglia Riva, sottratti negli anni agli investimenti per abbattere l’impatto ambientale.

–  Garantire l’occupazione e il salario di tutti gli addetti – diretti ed indiretti –che oggi lavorano negli stabilimenti ILVA, senza che i lavori di bonifica e  riconversione produttiva pesino sulle lavoratrici e i lavoratori.

–  Sottoporre la gestione pubblica delle bonifiche, delle riconversioni e della produzione al controllo delle lavoratrici e dei lavoratori, dei Comitati e delle associazioni ambientaliste, per garantire la massima trasparenza della gestione pubblica e il pieno coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.

– Istituire all’interno dello stabilimento siderurgico un presidio sanitario gestito da Asl e Arpa, che faccia controlli più approfonditi ai lavoratori, che funzioni da vero cardine per la prevenzione e tutela della salute.

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