Dopo l’ondata di maltempo che ha colpito buona parte dell’Italia e in particolare la Sardegna abbiamo ritenuto fare il punto sulla situazione della protezione civile e sullo stato delle cose nella nostra città: dopo aver parlato con alcune persone il quadro che è emerso è abbastanza confortante.
Innanzitutto il famoso Piano di protezione civile, quello di cui si parlava lo scorso anno, è praticamente terminato: è stato stilato e dovrebbe essere approvato in un prossimo consiglio comunale. Lì, in quel piano, sono specificati compiti e responsabilità divisi per aree, in modo che nessuno potrebbe recriminare in futuro per eventuali inadempienze.
Il territorio martinese, oltre a essere abbastanza ampio, ha diverse zone a rischio idrogeologico: una di queste è all’interno della città, ovvero il Votano, ma anche alcune zone di campagna hanno problemi di dissesto. Ci sono alcune strade la cui forma e composizione argillosa del terreno le rende impraticabili in caso di piogge anche leggere, come il caso di Via Saliscendi che è stata nuovamente chiusa al traffico nel fine settimana.
In caso di una allerta meteo per forti piogge, dunque, cosa accadrebbe? La Regione Puglia riceve gli avvisi meteo e dirama le allerte, secondo vari livelli di gravità, a province e comuni. Nel nostro caso sarebbe il Comune di Martina a ricevere una allerta e a dover decidere come affrontarla, con responsabilità del Sindaco o del suo facente funzioni. Il caso tipico dell’azione comunale è l’ordinanza molto amata dagli studenti – la chiusura delle scuole causa neve. Se il comune, notando la gravità dell’allerta, dovesse ritenere di non farcela con le sue sole forze a disposizione può chiedere aiuto a provincia e Regione; può essere il caso, ad esempio, della richiesta di mezzi spalaneve che certo non tutti i comuni hanno a disposizione.
Nel caso di eventi ancora più gravi la responsabilità delle azioni viene assunta direttamente dalla protezione civile regionale, che scavalca l’azione locale per ovvi motivi, ad esempio nel caso in cui un comune rimanga isolato a causa del maltempo.
A Martina Franca il Piano della protezione civile prevede la creazione di un organo, il C.O.C., o Centro Operativo Comunale, diviso per settori e che include una serie di attività necessarie; dai mezzi e trasporti, per spalare neve o fango e ristabilire una viabilità minima, a Sanità e pronto soccorso, e coordinare ospedali e soccorsi in caso di gravi calamità; c’è un settore che coinvolge Enel, Aqp, e rete gas per ristabilire le condizioni minime per l’attività scolastica, così come ce n’è uno per le comunicazioni, che coinvolge reti di telefonia fissa e mobile e radioamatori. Presenti anche i settori del volontariato generico e i tecnici comunali e dei vigili del fuoco per poter stabilire anche in condizioni di emergenza la maggiore o minore agibilità degli edifici.
Questa catena d’azione è in grado di funzionare sia autonomamente che in rete con altri comuni; infatti la protezione civile può attivare una rete di volontari e tecnici di diversi comuni, come nel caso del tornado che colpì Taranto l’anno scorso, per far fronte anche a emergenze improvvise.
Daniele Milazzo
Nella pratica abbiamo che il mercato settimanale del mercoledì occupa fisicamente una parte rilevante della città. Idem per le giostre di san Martino, che quantomeno vengono una volta l’anno. Strutture come stadio comunale, nuova sede dei vigili urbani e polizia, che in teoria dovrebbero essere centri nevralgici di una malaugurata emergenza sarebbero di fatto bloccate. Facciamo gli scongiuri?