Venerdì 11 febbraio 2017 presso il cinema teatro dei trulli di Alberobello è andato in scena lo spettacolo “Il Malato Immaginario”, ovvero “Le Moliere imaginaire” con  la riscrittura e regia di Teresa Ludovico

Il progetto di Alternanza Scuola-Lavoro “Connessioni Teatrali” ha permesso agli alunni delle classi 1^A e 1^B classico del Liceo Tito Livio di Martina Franca, di entrare in contatto col mondo del teatro pugliese, apparentemente privo di opportunità lavorative ma, in realtà, ricco di risorse. Questa si è rivelata una grande occasione per gli studenti per mettere a frutto le loro potenzialità, nella realizzazione di recensioni, servizi tv e radio e promozione sui social. I ragazzi, inoltre, hanno potuto conoscere tutti gli aspetti, celati dietro al sipario, di uno spettacolo teatrale. Dopo gli incontri con gli esperti dei Teatri di Bari, i ragazzi hanno potuto lavorare in maniera ”attiva” e intervistare gli attori che si sono gentilmente prestati a tale collaborazione, in seguito alla visione dello spettacolo  “Il malato immaginario, ovvero le Molière imaginaire”

La regista Teresa Ludovico ha magistralmente rivisitato la famosissima opera di Moliere, Il malato immaginario, focalizzandosi sulla quarta rappresentazione celebre per la morte sulla scena della sua morte.

Argante: il malato immaginario, interpretato da Augusto Masiello, si circonda di medici millantatori, impersonati da Paolo Summaria e Michele Cipriani, per cercare di guarire dalle sue ipotetiche malattie. Una moglie affascinante, seducente, ma al contempo, infima e approfittatrice della quale veste i panni Sara Bevilacqua. Una figlia, interpretata da Ilaria Cangialosi, innocente, dolce, guidata dal profondo e sincero sentimento dell’amore che acquista una duplice sfaccettatura: verso il padre e verso il suo innamorato Santino, il cui ruolo è affidato a Christian di Filippo. La sagace cameriera Antonietta che, prontamente e con le sue battute argute, cerca di aiutare la giovane Angelica e far capire ad Argante cosa sta realmente accadendo attorno a lui. Fondamentale per il malato immaginario sarà il fratello Aldo che vuole fargli aprire gli occhi, eludendo le menzogne dei medici e le convinzioni nelle quali Argante si era rinchiuso. Particolare innovazione registica è l’inserimento del personaggio di Pulcinella, a cui Marco Manchisi da anima, rappresentante della tradizione popolare meridionale, che adorna l’intreccio di particolari grotteschi ed archetipici. Questa maschera diventa mediatrice tra il mondo reale e la vera e propria finzione scenica, accentuando tale aspetto grazie alla tecnica metateatrale. Il personaggio di Pulcinella è uno spirito beffardo che pervade l’animo di più personaggi, i quali acquistano connotazioni positive e si impegnano affinchè la vicenda abbia un lieto epilogo.

Le scene e le luci di Vincent Longuemare diventano espressione della gerarchia di potere che intercorre tra i vari personaggi, sviluppandosi verticalmente e assumendo una struttura piramidale. Viene, pertanto, analizzato il potere esercitato dai medici sul malato e quello del malato sui suoi familiari, impedendo loro di vivere liberamente la propria vita. Argante si presenta inchiodato ad una sedia in cima alla piramide,  che suggerisce l’idea di dominio sullo spazio e dalla quale verrà scardinato solo quando prenderà consapevolezza della sua condizione. La scenografia conferisce, inoltre, allo spettacolo grande dinamicità, mettendo in evidenza le caratteristiche comiche tipiche della commedia, permettendo agli attori di apparire e scomparire dal basso e di mettersi abilmente in gioco sfruttando particolari oggetti scenici.

 

Benchè i temi affrontati siano fortemente attuali la regista ha preferito utilizzare dei vistosi costumi seicenteschi che richiamassero l’atmosfera del teatro dell’arte rendendo subito evidenti le caratteristiche dei vari personaggi e ciò che rappresentano. Il contrasto tra luci e ombre mette in risalto, anche grazie ai costumi bianchi e neri, i due lati dell’animo umano incarnati dalle due fazioni dei personaggi. Questi ultimi, con i loro contrasti e le loro peculiarità, rappresentano i molteplici aspetti della psiche umana.

Il legame tra Molière attore e il personaggio del malato è il rifiuto di vivere la vita reale, dalla quale entrambi evadono in modi diversi, rifugiandosi nell’immaginazione che li aiuta a sfuggire dal dolore. Per Argante la malattia diventa sinonimo di vita e condizione fondamentale per la sua stessa esistenza, rifiutando una guarigione che lo costringerebbe ad assumersi la responsabilità della propria vita. La malattia diventa una richiesta disperata di attenzione che molti giovani oggi manifestano, credendo che i social network consentano loro di essere sempre connessi col mondo, evitando il rapporto diretto con l’altro, senza mettersi in discussione, come afferma la stessa regista. L’uomo, infatti, è sempre lo stesso, con tutti i suoi dubbi e le sue paure che dal seicento ad oggi si sono solamente amplificati.

Arguto e intenso, lo spettacolo riesce a ritrarre la poliedricità dell’uomo e dei suoi comportamenti catturati come in una fotografia sempre attuale, dalla quale si evince il fascino di un classico. Uno spettacolo fruibile a tutti grazie alla fresca rivisitazione e all’inserimento di una delle maschere tipiche del teatro italico, Pulcinella, offrendo molteplici spunti di riflessione sia agli adulti sia ai più piccoli. Inoltre la magistrale interpretazione degli attori e il marcato accento dialettale di Pulcinella rendono l’opera ironica e spiritosa, riuscendo al contempo a mandare un messaggio molto forte.

Si consiglia, inoltre, di non perdere la visione della prossima rappresentazioni dello spettacolo:

Teatri di Bari- Bari

mercoledì 22 febbraio 2017 h 10.00

Teatro Mercadante- Altamura
venerdì 3 marzo 2017 h 9.00 h 11.00

 

 

Di Elena Sofia Laddomada, Nicolò

Schena, Pierpaolo Petrelli,

Federica Tagliente e Emma Demitri

Di Evelina Romanelli

Evelina Romanelli è nata a Martina Franca, laureata in Lettere presso l'Università di Bari con una tesi sul comparto manifatturiero della cittadina della Valle d'Itria. Il lavoro diventa libro "Il Made in Italy in Valle d'Itria", presentato a Milano, capitale della moda. La passione per la scrittura l'avvicina nel 2013 all'editoria, anno in cui comincia la sua collaborazione con il gruppo PugliaPress, dai siti online (Martinasera, PugliaPress, Invalleditria) ai cartacei (Pugliapress e Voce del Popolo) e non ultima la trasmissione televisiva Piazza Pulita. Sua la cura dei libretti da sala per il Festival della Valle d'Itria e la redazione di una recente storia sul dancing La Rotonda. Concretizza il suo lavoro con il conseguimento del tesserino da giornalista pubblicista nel 2015. Attiva collaboratrice della Fondazione Nuove Proposte Culturali, per cui segue i comunicati stampa per le manifestazioni organizzate, è addetta stampa del Comitato Centro Storico di Martina Franca. Definisce il suo rapporto con la scrittura "Un'intima relazione d'amore in cui le mani hanno il potere di leggere il cuore" .

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