Il consigliere regionale Martucci interviene sulla questione, chiedendo un’accelerazione alle istituzioni
Torna a farsi sentire il consigliere regionale Antonio Martucci, che stavolta interviene sulla questione degli ex dipendenti del consorzio agrario di Taranto, visto che ancora manano le firme neessarie per la loro riassunzione nell’Ente Regionale. Di seguito le parole di Martucci:
Dodici anni di mancate risposte, di false promesse e di totale abbandono per i dieci ex dipendenti del Consorzio Agrario della Lucania e Taranto. Il Consigliere Regionale Antonio Martucci torna ad affrontare la questione di questi lavoratori e delle loro famiglie a cui la politica è incapace di dare una risposta risolutiva.
I provvedimenti di ristrutturazione e riordino dei Consorzi iniziati sul finire degli anni ‘90 (legge 410/99), che nelle intenzioni sarebbero dovuti servire per una migliore gestione delle risorse umane, hanno generato invece situazioni di disparità e di incertezza per tutti quei lavoratori che si sono visti sottratti della loro fonte di reddito.
“Non mi stancherò mai di ripetere quanto sia ingiusto il trattamento di abbandono che la Regione Puglia riserva ai cittadini di Taranto, della sua provincia su ogni tipo di questione e ogni fronte di discussione. Quei lavoratori – dice ancora Martucci – sono da tempo privi di ammortizzatori sociali, nonostante una legge nazionale preveda il loro ricollocamento, così come avvenuto per tutti i lavoratori degli altri Consorzi di Puglia e senza alcuna prospettiva differente considerata anche l’età lavorativa raggiunta”.
Il Ministero della Funzione Pubblica ha dato il via libera alla loro riassunzione nell’Ente regionale, oppure in Agenzie ad esso collegate, all’unanimità è passata anche la proposta di legge, c’è l’approvazione della commissione, con parere favorevole inoltre, proprio in sede di commissione, dell’assessore e del dirigente competente.
“Eppure – dice Martucci – manca ancora la firma dell’assessore al Lavoro Caroli e del suo dirigente responsabile che allo stato di fatto stanno ulteriormente rallentando la procedura, disattendendo le valutazioni di indirizzo che seppure con grande fatica e lentezza una parte della politica era stata in grado di fornire”.