Nessuno ce l’ha con nessun altro. Sia chiaro dall’inizio.
Però, a fronte di tanti avvocati che si alzano la mattina e fanno solo quello, e lo fanno fra mille e mille e ancora altri mille sacrifici al giorno, il Comune a chi va ad affidare un incarico professionale di legale in rappresentanza dell’ente? A chi fa l’insegnante elementare e fa anche l’addetto stampa del festival della valle d’Itria (per esempio noi giornalisti potremmo chiederne conto a quella organizzazione, finanziata anche con soldi pubblici: quanti nostri colleghi fanno solo il lavoro giornalistico e solo quello, e sono più o meno a spasso). Il che è legittimo, naturalmente, perché la persona in questione evidentemente ha anche studiato per laurearsi in giurisprudenza. Ed è legittimo perché il commissario straordinario varò una short list di avvocati ai quali affidare incarichi, e quella persona alla short list ai è iscritta. E ha preso l’incarico.
Ed è legittimo che abbia chiesto e ottenuto millecentoventicinque euro, dal suo punto di vista.
Ma di avvocati ce ne sono tanti. La stragrandissima maggioranza dei quali, la mattina, non va ad insegnare alla Marconi. Nella short list, con affidamento di incarichi pubblici, si tenga conto anche di questi criteri. Oltre che della competenza, che è il criterio di base. Perché per esempio, un esempio teorico, non andrebbe mica bene se un legale andasse a chiedere ai colleghi come si fa, perché non l’ha mai fatto prima.
Ci sono avvocati che hanno scelto di essere iscritti nell’Albo dei fornitori di beni e servizi
del Comune di Martina Franca, come i carrozzieri, i salumieri, i fruttivendoli, eccetera eccetera.
Quando c’è da difendere il Comune e, quindi, i cittadini martinesi in una causa, il dirigente preposto chiede preventivo di spesa per l’affidamento dell’incarico, così come per i carrozzieri, i salumieri, i fruttivendoli, eccetera eccetera.
Quindi la giunta affida l’incarico al legale che avrà
proposto le condizioni economiche più vantaggiose per l’Ente.
Non è richiesta competenza specifica, nè esperienza, nè altro. Solo una dichiarazione attestante l’inesistenza di motivi di incompatibilità o l’impegno a rimuoverli
tempestivamente in caso di affidamento dell’incarico.
Conclusione: il problema non è chi riceve l’incarico ma chi glielo affida in nome del risparmio di spesa ad ogni costo.
Anche a costo di avere una approssimativa riparazione dello scuolabus su cui viaggeranno i bambini o una fornitura di salumi e frutta di qualità scadente per i nnstri vecchietti assistiti a domicilio o una difesa purchessia in tribunale.
Meditate gente, meditate…
Grazie per il suo intervento. Che mi dà modo di ribadire come il problema non sia in chi riceve l’incarico. Uno si prende lo spazio che gli altri gli danno. (agostino quero)
Un avvocato non ha bisogno di chiedere ai colleghi come si fa, al massimo con i colleghi si confronta, come fanno tutti i professionisti. Sinceramente non capisco dove volete andare a parare. Comunque questa è una discussione bassa, molto bassa che nasconde invidie e rancori. Io non ci sto. Questa volta Zorro non può intervenire. Non vede ingiustizie,
Grazie per il suo intervento. Invidie e rancori, se le vede, vuol dire che sono frutto di un racconto sbagliato di cui mi scuso. Ma di invidie e rancori non ce ne sono e nessuno vuole parare da nessuna parte, se non dire che il sistema dell’amministrazione comunale non funziona, nel recultamento di chi deve rappresentarla nel contenzioso. Ora io mi firmerò. Se iniziasse a farlo anche lei, a proposito di modalità basse, molto basse, sarebbe anche meglio. (agostino quero)
Ggli avvocati come i giornalisti per esercitare devono superare un esame di abilitazione. POI gli è consentito anche insegnare o fare altro. PUNTO.
Grazie per il suo intervento. Punto lo va a dire da un’altra parte, tanto per iniziare. Non è una modalità che si usa qui. Le sia chiaro. Per continuare, poi, il problema non riguarda l’avvocato. Riguarda la short list. Spero, stavolta, di essermi spiegato. Lei saprà, piuttosto, fare quello sforzo di onestà che risiede nel far conoscere il suo nome e il suo cognome? Le dò un indizio su quanto sia risibile quell’appellativo, zorro, che lei si è dato: a ogni commento che ci giunge, corrisponde anche un ID. Insomma noi sappiamo da dove è partito. Sia serio, quindi. Grazie. (agostino quero)
Zorro ma tu sei avvocato?? sai cosa stai dicendo?? non basta superare l’esame per poter esercitare la professione: la professione forense è incompatibile con qualsiasi forma di attività di carattere subordinato, proprio perchè l’avvocato deve essere indipendente, non può essere subordinato a nulla. Questo/a collega, non soltanto ha violato il codice deontologico che impone il dovere di competenza, cioè assumere un incarico solo se si ha la competenza sufficiente a farlo, ma si è iscritta all’ordine degli avvocati di Taranto nonostante una situazione di incompatibilità così macroscopica. Se io dovessi cercarmi un avvocato sicuramente andrei da chi lo fa come professione da anni, da chi ha la competenza per difendermi, e questa competenza non la potrei certo trovare in chi, tutte le mattine, invece che stare in tribunale, si trova tutti i giorni a scuola ad insegnare ai nostri figli
Grazie per il suo intervento. Devo dire che un insegnante elementare può accedere alla professione forense, secondo un provvedimento della Cassazione, risalente al 2010. (agostino quero)
Può rendere pubblico l’ID come io renderò pubblico i motivi della vostra avversione per una rispettabile professionista. senza punto visto che vi offendete.
Grazie per il suo intervento. Faccia pure. Anzi, ora lo deve fare, e naturalmente se ne prenderà tutte le responsabilità perché si parla di una persona che, per esempio, io neanche conosco, quindi figurarsi se si possa parlare di avversione. A meno che non dimostri lo stesso coraggio che non le fa rendere pubblico neanche il suo nome. Zorro. Che pena. Sia serio. Grazie. (agostino quero)
Non voglio andare oltre. Voglio solo dire che avete parlato di addetto stampa del Festival, di insegnate, di avvocato. Nella nostra città c’è solo una persona capace e di avere il profilo da voi reso pubblico. Come avvocato difende i più deboli e per questo può essere amico di Zorro
Grazie per il suo intervento. La notizia coinvolge la persona ma non è la persona, il centro di quella notizia. Il fatto risiede nelle scelte dell’amministrazione pubblica. Quindi se di persone con quel profilo se ce n’è una, o se ce ne sono dieci, o cento, o due, o diecimila, non è il problema centrale. E, personalmente, non mi interessa. Saluti. (agostino quero)