“Premesso che con precedente provvedimento n. 499/2259 del 30 dicembre 2011 è stato assunto impegno di spesa per la fornitura di conglomerato bituminoso a caldo, per un importo complessivo pari ad € 20.000,00 compresa Iva, riservando a successivo provvedimento l’affidamento della stessa fornitura e considerato che, le temperature di questo periodo non consentono la posa in opera di bitume a caldo e che, comunque, è stata accertata la presenza sul manto stradale, sia urbano che extraurbano, di numerose buche che creano pericolo per la pubblica e privata incolumità; è necessario procedere all’affidamento della fornitura di conglomerato bituminoso a freddo, che avverrà previo esperimento di apposita indagine di mercato, tra almeno 5 Ditte, operanti nel Settore, utilizzando le somme impegnate con il sopra richiamato provvedimento n. 499/2259 del 30 dicembre 2011”. Il lettore avrà sicuramente fatto caso che si fa riferimento al dicembre 2011, pensando sicuramente ad un refuso o della delibera o di chi vi scrive. Ma così non è.
Dopo esattamente 396 giorni da quella delibera del Commissario straordinario, che prescriveva un impegno di spesa per fornitura di bitume a caldo per la riparazione delle strade, si arriva (forse) ad una conclusione dell’iter, che riserva però alcune varianti rispetto al progetto originale. L’Ufficio LL.PP. ha infatti dato atto che “le somme impegnate con precedente provvedimento n.499/2259 del 30 dicembre 2011 verranno utilizzate per procedere all’affidamento della nuova fornitura di conglomerato bituminoso a freddo, che avverrà dopo un’apposita indagine di mercato, con invito ad almeno n. 5 operatori, scelti tra le Ditte iscritte nell’albo delle Ditte di fiducia dell’Amministrazione”.
Si passa quindi dal bitume a caldo a quello a freddo, e le differenze non sono poche. Come qualsiasi tecnica, l’uso il bitume a freddo ha vantaggi e svantaggi. I pro sono riscontrabili nella velocità di posa e nel fatto che una zona rappezzata col conglomerato a freddo può essere aperta al traffico immediatamente dopo i lavori, visto che saranno gli stessi veicoli a compattare il manto. I contro però sono diversi. Se il bitume a freddo non viene compattato correttamente (dai veicoli in transito o durante la posa) è sufficiente infatti qualche ora di pioggia incessante affinchè l’acqua penetri negli interstizi, facendo letteralmente staccare la “pezza” dal manto stradale, con la situazione che torna letteralmente al punto di partenza. Dato che siamo nella stagione invernale, risulta quindi ancor più probabile che tale situazione possa presentarsi con una certa regolarità, come già accaduto negli scorsi anni. Un ulteriore contro è rintracciabile nella tipologia di buca da chiudere: il bitume a freddo va bene per piccole rattoppature, molto meno per buche di dimensioni maggiori. Insomma, le differenze non sono di poco conto, perché si passa da un metodo di rattoppatura discreto ad uno molto più inaffidabile e meno duraturo.
Giova poi ricordare che, proprio in questi giorni, nel 2012 venne approvato, con la Determina n°474 del Dirigente dei Lavori Pubblici del Comune di Martina Franca, un altro impegno di spesa per bitume a freddo, sempre per un importo di 20.000 euro, “considerato che si rende urgente provvedere alla fornitura del materiale in quanto sono pervenute numerose segnalazioni di richiesta di intervento per colmature di buche stradali sia da parte della Polizia Locale che da parte di cittadini”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: strade ormai completamente rovinate (basti pensare al tratto che porta alla Zona industriale o a Via Massafra, giusto per citare due situazioni), buche in continuo aumento, sicurezza in trend continuamente negativo.
La scorsa settimana, dall’ufficio Lavori Pubblici sono arrivati però due impegni di spesa, sia per i tratti urbani (30mila euro) che per quelli extraurbani (oltre 257mila euro), che nelle intenzioni dell’Amministrazione dovrebbero “eliminare il pericolo per la pubblica e privata incolumità e per evitare inutili contenziosi e richieste di risarcimento danni nei confronti dell’Amministrazione Comunale peraltro alcuni già avviati”.
Già, i contenziosi, che ogni anno gravano per cifre piuttosto importanti sulle casse comunali. In una città dove da sempre ad un massiccio e costoso rifacimento delle strade seguono puntuali le rotture del manto – e relativo rattoppamento “alla buona” – a causa di lavori per adeguamento dei servizi (gas, acqua, etc…), non sarebbe meglio spendere i soldi destinati al rimborso danni subiti dai cittadini in un compiuto progetto di asfaltatura della viabilità cittadina? Si avrebbe forse un esborso di una certa entità nella fase iniziale, ma i vantaggi si farebbero sentire nel medio-lungo periodo, sia per i cittadini che per le casse comunali.
Carlo Carbotti
Mi permetto di far notare che il congloemrato bituminoso a freddo è utilizzabile per emergenze chiusura di buche, piccoli rapezzi, avvallamenti e basta una coretta posa in opera per garantire (con un buon prodotto) una durata nel tempo almeno pari a quella del resto della strada…che ovviemanete prima o poi dovrà essere riasfaltata. Inolre anche l’asfalto “caldo” ha delle corette modalità di messa in opera perchè il lavoro sia eseguito per bene e duri nel tempo. Tra queste prescrizioni vi è il requisito di temperature non rigide. Per interventi di emergenza (senza interruzione del traffico ) e con temperature basse l’uso dell’asfalto a caldo non è adatto ed è proprio il conglomerato bituminoso a freddo che si presta per queste necessità.