Signore e signori, ecco a voi 630 case nuove. Le propone l’amministrazione comunale di Martina Franca, gestita attualmente da persone che una decina di anni orsono fecero ferro e fuoco contro procedure amministrative per la costruzione di centinaia di appartamenti senza passare dalla pianificazione urbanistica.
Giusto fare ferro e fuoco allora. Giusto proporre uno strumento di pianificazione urbanistica adesso.
Ma la rigenerazione urbana, secondo noi, ha caratteristiche più ampie di quelle meramente edilizie. Caratteristiche culturali.
Allora, il nuovo metodo di cui si è sentito così tanto parlare in campagna elettorale dov’è?
Case erano prima. Case sarebbero adesso.
La città non ha bisogno di cemento nuovo.
Ha bisogno di un nuovo sistema.
E, paradossalmente, il nuovo può essere comunque pescato nel passato. Metà anni Novanta, il sottoscritto lavorava per il Quotidiano e ricevette una telefonata. Era Francesco Semeraro, esponente di spicco del Pci, poi Pds, locale. Storico. Uomo di cultura. Si era in periodo di scelta di candidati alla carica di sindaco e di proposte amministrative per la città. Francesco Semeraro disse al sottoscritto che avrebbe voluto lanciare una proposta ai costruttori: basta con il nuovo cemento, imparate a ristrutturare quello che c’è. E il lavoro sarebbe assicurato, perché c’è un centro storico che va rifatto, se non da zero, quasi, con criteri di rispetto della storia da affiancare a criteri costruttivi moderni.
Bellissima idea. Quel Pci, poi Pds, perse le elezioni. L’idea di Francesco Semeraro rimase in soffitta.
Passati venti anni scarsi, Francesco Semeraro è spesso dalle parti di palazzo ducale, ora che al governo cittadino ci sono molti di quel Pci, poi Pds. Non sarebbe costato neanche i quarantamila euro della progettazione, chiedere a Semeraro di parlare della sua idea. E magari attuarla, quella sua idea, l’unica davvero vincente per questa città che ha bisogno di rigenerazione urbana. Non di rigenerazione edilizia.
Ma, si dirà, l’amministrazione è attenta al centro storico, la miniera d’oro di questa città. Il sindaco ha invitato a imbiancare le facciate del borgo antico, perché c’è il decoro da garantire. Un commento su facebook, ce lo hanno segnalato: “Imbiancare a marzo? Qui qualcuno è fuori come una terrazza”. Ma no, c’è tempo fino ad aprile.
Agostino Quero
A parole sono tutti buoni. Ora bisogna amministrare e si pescano i soliti pesci. Compreso il sistema di scegliere i progettisti.