Sono in pieno svolgimento i saldi di fine stagione, iniziati ufficialmente il 5 gennaio scorso, e la situazione non è delle più rosee. Né per i commercianti né per i consumatori, cha hanno ridotto drasticamente le spese durante il periodo in cui si dovrebbe risparmiare per acquistare capi di abbigliamento e calzature “in rimanenza”. Una breve indagine empirica cittadina ci ha portato a verificare che l’andamento segue la tendenza nazionale, con spese più che dimezzate nel corso degli ultimi 5 anni. Dal monitoraggio svolto come ogni anno dal Codacons, l’associazione dei consumatori, si apprende che il budget medio che le famiglie italiane dedicano ai saldi di fine stagione è drasticamente dai 450 euro del 2009 ai circa 200 euro del 2014. “L’andamento delle vendite nel periodo di saldi negli ultimi anni è stato disastroso – spiega il Codacons – gli stessi commercianti al termine dei precedenti sconti invernali hanno denunciato fortissime riduzioni degli acquisti con punte del -30%”. A conferma di questa tendenza negativa, osserva il Codacons, a pochi giorni dall’avvio dei saldi “le vendite non sono decollate, nonostante la buona affluenza di cittadini lungo le strade dello shopping”. La stima parla di una contrazione media degli acquisti del 12,5% rispetto allo scorso anno. “A risentire della situazione negativa sono soprattutto le periferie e i piccoli negozi, sempre più schiacciati da outlet e grandi catene straniere – spiega il Presidente Carlo Rienzi –. E’ ora di rivedere le norme che regolano gli sconti di fine stagione, aprendo alle liberalizzazioni e lasciando ai commercianti la possibilità di scegliere quando scontare la merce, perché in caso contrario i negozi di vicinato scompariranno del tutto dalle nostre città, a vantaggio delle multinazionali straniere sempre più padrone del settore del commercio”.