E meno male che c’è il festival della canzone italiana ad allontanarci dai problemi. Il 52% di coloro che hanno acceso un televisore (share), ha preferito vedere le nudità di Achille Lauro, scoperte da una tunica che richiamava l’abito della Addolorata. Tutto ciò è stato favorito anche dalle altre televisioni con programmazioni non belligeranti. Per una settimana si sono riposate le sardine che hanno, nel frattempo, approfittato per far visita di cortesia ai Benetton, forse per concordare una strategia per evitargli la revoca delle concessioni delle autostrade. Ci si è scordati del mostro che continua a mietere vittime, più di quante nel mondo ne sta procurando il Coronavirus, ma evidentemente non interessano quelle che ogni anno avvengono a Taranto.
Il premier Conte va da Mittal a Londra per elemosinare un accordo. Si vuole garantire al nostro territorio una lenta e prolungata eutanasia. Giorno dopo giorno continuiamo ad assistere a morti per tumori e… Conte va a Londra ad incontrare Mittal e dichiara che con lui “Ci sono Obiettivi Condivisi”, una frase che mi fa paura. Il social è impazzito ed ha improvvisamente spostato l’interesse, piuttosto che per Salvini, Di Maio, Meloni, Renzi & C, per Amadeus, Leotta, Albano e il direttore della RAI che, si mette a squarciagola a cantare felicità, proprio nello stesso tempo nel quale un papà scopre a Taranto che suo figlio di nove anni ha un tumore aggressivo. Ma sono le lacrime di Tiziano Ferro, mentre canta una canzone di Mia Martini, a commuovere gli italiani o il monologo della giornalista Rula Jebreal che ha toccato il tema della violenza sulle donne per la cui lettura sul palco di Sanremo avrebbe chiesto 30.000 euro, mentre sarebbe stato il caso di far parlare i parenti dei cinque femminicidi avvenuti la settimana scorsa e ne avrebbero avuto bisogno per seppellire i loro cari.
Ma io non ho visto Sanremo se non il giorno dopo, direttamente sul web, rubando le sintesi più salienti proposte dai tanti ‘critici televisivi’.
Ho preferito fare zapping da una tv all’altra, come ad esempio guardare Mario Giordano nella sua trasmissione “Fuori dal Coro”, proprio durante il festival, insieme all’ex Presidente della Camera dei Deputati Irene Pivetti, quando hanno mangiato in diretta un involtino primavera, piatto tipico della cucina cinese, per sfatare le preoccupazioni e la psicosi legata a un eventuale contagio da Coronavirus. Perché oggi si ha bisogno di prendersela con qualcuno, guarda caso con i cinesi che di quel contagio, secondo me indotto da ‘qualcuno’, sono le vere vittime e non i carnefici. Mi sono soffermato anche su Striscia la Notizia che ha parlato del nostro Antonello Corigliano protagonista fisso oramai dei salotti della D’Urso.
In totale questa edizione di Sanremo costerà circa 18 milioni di euro, cifra che comprende sia i compensi di conduttori e ospiti che i 5 milioni di convenzione annuale da versare al Comune di Sanremo.
Ma Sanremo è Sanremo, quello che conta sono gli incassi, magari anche qualche favore al potere dominante, in quanto di messaggi politici ce ne sono tanti e tutti in un’unica direzione. Mancherà solamente Saviano che sembra essersi risentito della sua mancata convocazione.
La nostra testa non vuole percepire nulla che non sia gradevole. Questa settimana è importante chi vincerà il festival, il cui nome diremo di averlo pronosticato tutti, come spesso avviene. E’ uno spaccato dei nostri tempi che ci tiene legati al passato e, se abbiamo qualche problema di memoria, ci aiuta la Rai con Rita Pavone, Albano e Romina. Insomma, per morire c’è sempre tempo, basta non pensarci. Sanremo è Sanremo.