Di seguito un comunicato diffuso dalla curia tarantina:
Dopo l’ordinazione sacerdotale di don Andrea Mortato, avvenuta nel Duomo di San Cataldo il 6 aprile, sabato 29 alle ore 17 in Concattedrale l’arcivescovo monsignor Filippo Santoro ordinerà sacerdoti Cosimo Quaranta e Davide Quatraro. iL 29 giugno ricorre anche l’anniversario di ordinazione episcopale di monsignor arcivescovo.
Alcune note:
Cosimo Quaranta, 25 anni, nel suo periodo di diaconato vissuto con fede crescente nella parrocchia di Santa Lucia a Taranto ha scoperto che il Signore stesso attraverso i misteriosi disegni della Provvidenza lo ha reso pronto.
Cosimo parla del primo punto fermo nella sua vita: la fede semplice appresa tra le mura domestiche, specialmente dai miei santi e pazienti genitori, Pierino (ragioniere) e Carmela (casalinga).“Dai miei genitori – spiega – ho appreso quell’atteggiamento di affidamento al Signore per una vita cristiana di poche parole, ma di tanta serenità e gioia nel sapere che c’è un Padre premuroso e tenerissimo nelle cui mani è la mia vita. Fidarmi di Lui vale più di molti gesti e ragionamenti”
La sua esperienza nacque nella parrocchia di origine, la Madonna del Carmine di Grottaglie dapprima con don Cosimo De Siati e poi con don Pinuccio Cagnazzo e l’attuale parroco don Pasquale Laporta. “Qui – dice – ho fatto una scoperta eccezionale che ha cambiato la mia vita: ho scoperto che la Chiesa è casa mia. Quante cose cambierebbero se tutti scoprissero che la casa di Dio è la casa di tutti. Per maturare questa scoperta ci sono voluti anni e tanti educatori pazienti per i quali ringrazio il Signore”. Cosimo ringrazia anche le suore Figlie dell’Oratorio, specialmente suor Daniela, fino a poco tempo fa presenti nella sua parrocchia, che lo hanno visto crescere negli anni della scuola materna. “Da loro – ricorda – ho appreso che un sorriso e un “benvenuto!” fanno sentire la gente accolta; in virtù della croce che portano al collo, nel mio animo di bambino credevo e sapevo che quell’opera di accoglienza e testimonianza prima che da loro viene dal Signore. Loro mi hanno parlato di Dio, che è Padre, che abbraccia tutti e che la loro vita era donata a questo Dio. A me non sembra poco”.
Un’esperienza simile e altrettanto forte l’ha vissuta, adolescente, frequentando prima il gruppo ministranti e poi il seminario minore. Inoltre negli anni delle superiori ha ritrovato quell’immagine di Dio-Amore accogliente frequentando il liceo salesiano in Taranto. Dice: “Ricordo la cappella, vero centro di tutto l’Istituto, e la passione di don Savino nel comunicarci il Vangelo e nel mostrarci come questo si incarni sempre nella vita. Sono immagini che porto in me e che mi insegnano che agli altri dovrò portare il Vangelo e il Signore, risorto e vivente, che opera nella mia vita, nella nostra storia”. Questa certezza per Cosimo si è fatta lampante nell’esperienza del seminario di Molfetta e contemporaneamente in parrocchia, ogni fine mese. “Nell’incontro sacramentale con il Signore – evidenzia – nello scambio di vita con i miei coetanei e illuminato dall’esempio dei miei maestri e di tanti santi, ho scoperto profondamente che il mio Signore è vivo e non ho altri che possano guidarmi”.
“Forse solo ora posso rispondere alla domanda iniziale – dice – Sono pronto per il ministero sacerdotale ma non perché ho le capacità umane per viverlo pienamente ma perché mi guida la fede in Lui, ilSignore della mia vita.”
Cosimo Quaranta affida il suo ministero ai suoi santi protettori grazie ai quali ha potuto fare passi di crescita cristiana: San Filippo Neri, San Giovanni Bosco, il Beato Vincenzo Grossi eSanta Chiara. “Mi hanno insegnato – conclude – che il Signore è Uno, abita nella mia vita e mi chiama per una gioia piena”.
L’altro candidato al presbiterato, Davide Quatraro, 30 anni, racconta: “Della mia infanzia ed adolescenza – dice – ho un ricordo bellissimo. Sono stato sempre il più ribelle in famiglia e certamente non ero un campione di santità. E ora diventerò sacerdote!”
L’episodio che ha caratterizzato fortemente la sua vita: la perdita della madre, nel luglio 2001, l’ultimo anno di studi all’Alberghiero di Leporano. Racconta:“ Il Signore si servì di quell’evento per farmi rinascere spiritualmente. Infatti ardevo per una vera ricerca di senso delle realtà che riguardano l’uomo. Così mi riavvicinai alla fede, in un cambiamento imprevisto che non credevo possibile”. In questo cammino il Signore gli mise affianco persone che lo aiutarono ulteriormente a fare esperienza di Dio, tra queste p. Francesco Chimienti, dei Minimi, che stimolò in lui ulteriori domande. “Stavo comprendendo – dice – il progetto di Dio per la mia vita, avvertivo il Suo amore per me e sentivo che ero chiamato a donarlo agli altri. Iniziai il postulandato dai Minimi di Grottaglie, dove compresi che il Signore voleva che io donassi a Lui tutta la mia vita”. Quindi, l’entrata nel noviziato dei padri Minimi a Massa Lubrense con la prima professione il 26 settembre del 2004. Successivamenteiniziò gli studi nel seminario di Catanzaro, con il conseguimento nel 2010 del baccellierato in teologia. “Ero prossimo – continua – ad emettere la professione solenne fra i Minimi ma dopo una lunga riflessione decisi di non compiere quel passo perché desideravo essere sacerdote in una dimensione spirituale differente da quella del religioso. Me ne resi conto nel confronto con i sacerdoti dell’Istituto teologico calabrese”.
Rientrato in diocesi Davide entrò nel seminario regionale di Molfetta per la licenza in antropologia teologica, in attesa dell’ordinazione diaconale. Dopo questa, fu destinato alla parrocchia San Francesco De Geronimo, ai Tamburi, guidata da don Nino Borsci. “Sono note le cronache – dice – che riguardano il quartiere con le problematiche inerenti all’ambiente. L’essere stato affidato a tale realtà è stato per me una riflessione profonda sulla chiamata particolare a servire i fratelli nelle difficoltà della vita”. Racconta di come la comunità lo abbia subito accolto con calore, in particolare i giovani presenti nelle varie associazioni (Azione Cattolica, Scout, il gruppo giovanile “LuFa” e quello ministranti). Parla della stretta collaborazione e la vita fraterna con il parroco, impegnato nel quartiere da tanti anni.
“Nella preparazione all’ordinazione –spiega – diverse figure di santi accompagnano la mia maturazione spirituale. Il primo è San Francesco da Paola, il frate calabrese umile e penitente che ho imparato a conoscere a Grottaglie. Con il suo esempio desidero che il mio essere presbitero per il popolo tenga sempre alimentata la fiamma della preghiera, evitando di scadere in un attivismo pastorale fine a se stesso. Il secondo è San Francesco De Geronimo, il gesuita titolare della mia attuale parrocchia, da cui apprendo uno stilepresbiterale prettamente missionario, rivolto a quanti hanno abbandonato lafede”.
Così conclude: “Sento in cuor mio di ringraziare il Signore per tutte le meraviglie che ha compiuto e compirà nella mia vita e chiedo preghiere perché possa essere un sacerdote secondo il suocuore”.