Tre, solo tre bambini sono gli iscritti alla prima classe elementare della Scuola Carpari. E’ stato confermato lunedì 17 febbraio, durante un altro incontro tra i genitori, l’associazione Con.Carpari e le Istituzioni. A distanza di settimane ritorna il problema di tenere aperta o meno la storica scuola di Carpari e al momento la decisione ultima è stata rimandata ai primi di marzo quando, con carte e risultati delle iscrizioni alla mano,si potrà una volta per tutte decidere sul destino del plesso scolastico. Intanto l’associazione del posto continuerà nei prossimi giorni la sua campagna di sensibilizzazione “Una scuola per la contrada”, attraverso una già avviata promozione su face book e volantinaggio in cui si esortano i genitori ad iscrivere i propri figli alla scuola dell’agro. Si legge nel manifesto: “Le Scuole di Contrada non possono essere pensate come il modello impoverito delle scuole di città, anzi rappresentano un privilegio per le nuove generazioni che possono godere di un insegnamento individualizzato e mirato. Le Scuole di Contrada legano fortemente la comunità locale con il territorio. Questo permette lo sviluppo del senso di identità collettivo, in un ambiente ecologicamente privilegiato, e pone le basi per la tutela della cultura, della storia e delle tradizioni locali. Bisogna riconoscere alle Scuole di Contrada il ruolo di presidio culturale, perché la chiusura vuol dire marginalità e deterioramento sociale”.

Un invito dai toni decisi, che continuerà con il suo obiettivo. I promotori sociali non si arrendono e si sono dati un tempo massimo per trovare, nel possibile, altri 15 bambini in modo da avviare la prima classe per il prossimo anno scolastico 2014/2015.

E’ impossibile, dall’altro canto, negare come dietro queste prime tre iscrizioni si nasconde un po’ di amarezza di genitori, di ex alunni e delle associazioni che credono nelle capacità di queste strutture. Eppure, passeggiando per il campo della scuola, per le aule, per il parchetto adiacente, non si capisce la ragion per cui non scegliere una scuola immersa nel verde e nella quiete. E’ anche vero che da secoli il binomio campagna/città resiste, ma non dovrebbe giustificare la concezione per cui una scuola di campagna abbia qualcosa di meno di quella di città. Lo conferma lo stesso manifesto di Con.Carpari, che conclude: “La Scuola di Carpari non è una scuola di serie B, anzi ha rappresentato per tante generazioni un vero punto di riferimento. Ha educato adulti responsabili; ha formato laureati, professionisti, imprenditori di successo”.

Se volessimo, poi, parlare di numeri “reali”di bambini presenti in zona, un catechista ci conferma che sono ben sessanta i ragazzi che frequentano puntualmente il catechismo nella chiesetta di Carpari. Il problema, quindi, è ben altro.

Alcune mamme di ex alunni, venuti a conoscenza dell’incontro, ci hanno ricordato come la questione andasse risolto anni addietro quando primeggiava la disattenzione, il poco ascolto e lo scarso interesse di tutti gli ambiti sociali (istituzione, scuola, comunità) verso la contrada. Nonostante le prospettive future siano precarie, la scuola resta aperta per consentire alle classi avviate la continuazione del percorso formativo ma i cittadini, dal canto loro, continuano a difendere la propria scuola affinché non resti solo un malinconico ricordo ma un punto culturale dove far continuare l’educazione dei giovani del posto.

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