Non è accaduto a Martina Franca ma a Lecce. Ma il tema delle cartelle esattoriali interessa praticamente tutta Italia, compresi dunque i nostri concittadini. Poi, questa vicenda è quasi alla stregua dell’uomo che morde il cane. Una contribuente l’ha spuntata nei confronti di Equitalia che, secondo la signora, l’avrebbe fatta ammalare a causa delle cartelle esattoriali (tassa rifiuti) ingiuste oltre che molto considerevoli e tali da avere provocato anche ipoteche di beni per centinaia di migliaia di euro. La donna, per l’aggravarsi delle condizioni di salute, ha dovuto anche chiudere la sua attività, riguardante la distribuzione di carburanti. Cinque anni di battaglia giudiziaria ma ora, L. P, 38 anni, secondo il racconto della storia che ne fa il Quotidiano, ce l’ha fatta. Il giudice di pace le ha dato ragione, le ha riconosciuto di avere subìto danni morali e ha disposto un risarcimento per lei, da parte di Equitalia e del Comune di Lecce. Duemila euro, il risarcimento. “Ma non è finita qui” è scritto nell’articolo: “non è escluso che a breve possano esserci altre richieste di risarcimento”.
La donna, che per cartelle Tarsu dal 2002 al 2008 aveva ricevuto avvisi e notifiche, aveva fatto i suoi rilievi, poi però le era arrivata a novembre 2009 la nota di Equitalia: iscrizioni ipotecarie per centinaia di migliaia di euro. Aperta la lettera, la donna sviene e finisce in ospedale al “Vito Fazzi”. Mesi di lontananza, a causa delle condizioni di salute, dal posto di lavoro, e ulteriore danno economico, oltre a quello morale ora riconosciutole.
Il giudice di pace (da qui in poi è uno stralcio dell’articolo del Quotidiano) ha recepito il principio secondo cui “il comportamento dell’amministrazione finanziaria e/o di un altro ente impositore contrario alla buona fede e alla correttezza, nonché ai principi costituzionali di buon andamento e imparzialità, lede gli interessi dei contribuenti che pertanto sono legittimati a chiedere il risarcimento della danno morale” in quanto “è notorio che subire una illegittima iscrizione ipotecaria sui propri beni comporta un’alterazione in senso negativo dell’organizzazione di vita quotidiana della vittima, comportando anche un’alterazione alla serenità personale e familiare dell’attrice”.
«È un risultato molto importante – tende a sottolineare l’avvocato Dragone – perché non è assolutamente facile ottenere da Equitalia un risarcimento del danno in quanto la signora lamentava “solamente” di aver subito un trauma. La causa è stata fatta perché la mia assititita ha ricevuto una lettera in cui le veniva comunicato l’iscrizione dell’ipoteca su tutti i suoi immobili che le ha provocato un forte stato di disagio. Il giudice di pace – conclude il legale dell’imprenditrice – ha così riconosciuto alla mia assistita un risarcimento a carico del Comune e di Equitalia che, nell’ambito della causa, hanno cercato di scaricarsi le responsabilità vicendevolmente”. Da lì, appunto, la doppia condanna.