Grande scalpore ha fatto la lettera aperta dell’Avv. Leo Corrente al nostro giornale nella quale si fa riferimento ai contributi soggettivi che l’Avv. Pasquale Lasorsa si fa pagare dal Comune di Martina Franca in favore della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense. Il Comune dovrebbe versare oltre 3.630,94 euro l’anno per l’Assessore che comunque svolge anche la sua professione di avvocato. In realtà la norma prevederebbe che l’avvocato, in quanto assessore, possa richiedere all’Ente di pagargli tali contributi, ma l’Assessore, in alcuni post apparsi su Vox Populi (uno dei gruppi più attivi su Facebook) scrive: ” Questo versamento è un obbligo previsto dall’art. 86 d.l.vo 267/00 e per di più la mia cassa professionale, richiamando codesta amministrazione (cioè il comune di Martina) alla verifica del proprio obbligo del versamento” ha scritto letteralmente quanto segue: “resta responsabilità del professionista verificare il rispetto delle tempistiche e delle modalità di versamento da parte dell’ente locale. Ciò in quanto in assenza dei versamenti mancherebbe la copertura previdenziale per il periodo di carica e la Cassa dovrebbe necessariamente provvedere a richiedere il dovuto maggiorato di interessi e sanzioni al professionista che resta l’intestatario dei diritti (assistenziali e previdenziali) e dei doveri (dichiarativi e contributivi) nei confronti della Cassa di previdenza” (nota prot. 23523 del 7/2/2014)”.
A maggiore conferma Lasorsa scrive: ” Non ottemperare alla norma si chiama EVASIONE CONTRIBUTIVA”.
Per la verità quanto scritto dall’Assessore ci è sembrato paradossale, non perché non esista la norma che gli consenta di farsi pagare i contributi dall’Ente, ma per l’obbligatorietà di farlo e la non sua irrinunciabilità cosa che lui ribadisce nei suoi interventi.
Proprio per questo abbiamo voluto chiamare direttamente la segreteria nazionale di Roma della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense, diretta dal dott. Michele Proietti.
Sono contributi obbligatori per l’Ente?
“No, non c’è alcuna obbligatorietà da parte dell’Ente. Non entriamo in questo merito. C’è’ un decreto che consente all’iscritto di richiedere all’Ente il versamento dei propri contributi”
Quindi non c’è l’obbligatorietà all’Ente di pagare o come affermato da un avvocato, addirittura l’evasione contributiva qualora non ottemperasse?
“L’importante che il contributo arrivi da parte dell’iscritto. In pratica se l’avvocato paga il suo contributo non è che gli diciamo che non sia dovuto a lui, ma al Comune. E’ lui che chiede all’Ente di pagarlo in suo favore. In quel caso noi scriviamo all’Ente ed effettuiamo i conteggi. Noi non conosciamo le cariche dei nostri iscritti.
Quindi voi non richiamate l’Ente a farlo?
“Assolutamente no. Ripeto, come possiamo saperlo”
In pratica, al di là della norma, l’avvocato può decidere di rinunciare che sia l’Ente a farlo per un principio morale e decidere di continuarsi a pagare i suoi contributi previdenziali?
“L’importante è che ci arrivino”
Ma vi risulta che vostri iscritti in alcuni casi possano aver rinunciato a farseli pagare?
“E’ possibile”
Questa è la conversazione con la segreteria della Cassa Nazionale Forense. Ora, dando per scontata la legittimità di poterli percepire, bisogna evitare di dire cose inesatte. Lasorsa avrebbe potuto rispondere semplicemente: “C’è una norma che me lo consente ed io li prendo”, non che il Comune è costretto a farlo. Che questa norma sia sbagliata ci pare palese. Come per altri Casse previdenziali (ad esempio quella dei giornalisti) c’è la gestione separata, si può accettare l’Ente paghi i contributi per il tempo che l’assessore presta per lo svolgimento del suo incarico, ma non per quello dedicato alla sua professione, dove gli onorari percepiti, prevedono anche le sue tasse, oltre che ai contributi.
Assessore, altre volte ho preso le sue difese questa volta mi riesce difficile. Infatti, Lei, comunque, quei contributi avrebbe dovuto versarli e l’indennità percepita per il suo incarico assessorile sicuramente non fa cumulo con i suoi redditi professionali. Sarebbe giusto che glieli pagasse il comune solo per la parte del suo stipendio da assessore che concorresse a fromare il suo reddito professionale. Lei per il suo compenso da assessore non dovrebbe pagare neanche un euro in più di contributi alla Cassa. Lei è stato un uomo di destra che ha sempre mostrato di amare in primis l’onestà e di combattere la casta. Si comporti di conseguenza e rinunci.
Sarebbe un gesto che le farebbe onore distinguendola dai tanti che ha combattuto in passato. E’ un consiglio da parte di una persona che ha sempre provato stima per Lei. Lo segua.
Se rinuncia fa un figurone.!!
che figura..forse nn era abbastanza preparato, o nn immaginava che la Cassa Forense ha un numero pubblico. I loro diritti sono dovuti..e i nostri???? C’è gente che manterrebbe una famiglia per un anno intero con quei soldi..con tutto quello che prendono al mese nn riescono a mantenere la libera professione?!