Notificano una cartella del 2006, quando lei aveva 6 anni
Ultimamente a Martina Franca sta diffondendosi una parola che incute timore, sudore freddo e notti insonni a chiunque la pronunci o la ascolti da terzi: SOGET. Sono infatti migliaia le lettere di accertamento – dove campeggia il logo della società in questione – mandate in questi giorni ai cittadini, con le quali la società richiede di aggiornare i database comunali ai fini della formazione della TARSU. Si è registrato quindi un flusso ininterrotto di cittadini – armati della lettera in questione, definita da Franco Mariella “una missiva alquanto fastidiosa” – verso gli uffici comunali, desiderosi di ricevere delucidazioni e risposte alle loro domande. Pochi giorni fa, l’assessore al Bilancio, Lorenzo Basile, sosteneva di aver chiesto con forza a SOGET di “assumere un atteggiamento meno invasivo nei confronti dei cittadini, a cominciare dalla inutilità di richiedere informazioni già in possesso nelle banche dati dell’Ente. Richieste, specie in una fase storica di crescenti difficoltà per le famiglie e le imprese, che ne legittimano le rimostranze”. E di rimostranze ce ne sono state, e anche piuttosto accorate, vista l’incredibilità di alcuni accertamenti richiesti. Ed è proprio chi vi scrive ad aver assistito ieri ad una scena quasi imbarazzante. All’Ufficio Tributi si è infatti presentata una signora, che ha contestato una cartella inviata alla propria figlia minorenne. La «colpa» della ragazza? Quella di chiamarsi Francesca, mentre il padre (nonché destinatario abituale) si chiama Francesco. I responsabili della SOGET hanno quindi inviato una cartella doppia, scambiando la «O» finale del nome del signore in questione con una «A», e generando quindi un nuovo profilo nel database, che ha fatto prontamente scattare la cartella e relativa richiesta di accertamenti. Ma non è tutto. Fra gli accertamenti richiesti, ve n’è uno relativo all’anno 2006, quando la ragazza non aveva nemmeno 6 anni. Va bene chela SOGETcerchi in tutti i modi di contrastare l’evasione (quantificata al 30% dal sindaco Ancona), aggiornando i propri database, ma contestare un pagamento a chi all’epoca dei fatti al massimo possedeva una casa delle bambole ci pare davvero un eccesso. Lo stesso sindaco Ancona ha sostenuto più volte la necessità di efficientare il servizio tributi, internalizzandolo, in modo da liberare Martina dalle società esterne (guardare il caso di Tributi Italia). Speriamo che i propositi si trasformino presto in fatti.
Carlo Carbotti