Stadio Pergolo: un’opera fantasma? Dove, cosa

Stadio Pergolo: un caso di opacità e inefficacia nella gestione dei fondi del PNRR a Martina Franca.

Non si sa bene cosa sia lo stadio Pergolo, né dove si trovi.

Si tratta di un’opera pubblica finanziata dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che dovrebbe rigenerare il territorio di Martina Franca, in Puglia.

Ma chi l’ha progettata? Chi l’ha aggiudicata? E soprattutto, chi la sta realizzando?

Un bando oscuro

L’unica traccia dello stadio Pergolo è una determina del Settore III LL.PP. – Patrimonio Immobiliare – Verde del Comune di Martina Franca, datata 19 giugno 2023.

Si tratta di un documento che attesta l’efficacia dell’aggiudicazione dell’appalto per la realizzazione dell’opera, disposta con una delibera di dirigente del 30 marzo 2023.

Ma chi sono i soggetti coinvolti? Il documento cita solo un codice CUP (J97H20002070001) e un codice CIG (9704238E85), sembra non corrispondano a nessuna impresa o consorzio registrato sul portale delle gare pubbliche.

Inoltre, il documento non specifica il valore dell’appalto, né i criteri di selezione dei partecipanti.

Un’opera fantasma

Ma cosa prevede lo stadio Pergolo? A cosa serve? E dove si trova? Nessuna di queste domande ha una risposta certa.

Sul sito del Comune di Martina Franca non c’è nessuna informazione sull’opera, né sul suo stato di avanzamento.

Sul territorio non si vedono cantieri o cartelli che ne indichino la presenza. Sul web non si trovano immagini o progetti che ne illustrino le caratteristiche.

Lo stadio Pergolo sembra essere un’opera fantasma, che esiste solo sulla carta.

Un caso emblematico

Lo stadio Pergolo è solo un caso isolato o è emblematico di una gestione opaca e inefficace dei fondi del PNRR?

Quante altre opere pubbliche sono state affidate a soggetti sconosciuti, senza criteri trasparenti e senza controlli?

Quali sono i rischi per il patrimonio pubblico e per l’ambiente?

Queste sono le domande che ci dobbiamo porre e che dobbiamo chiedere alle istituzioni competenti.

Forse non possiamo accettare che i soldi dei cittadini siano sprecati dalla confusione e della burocrazia.

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