Sul triplice omicidio di Palagiano si è tenuto ieri sera un vertice presieduto da Cataldo Motta, procuratore distrettuale antimafia di Lecce, al quale hanno partecipato i maggiori esponenti delle forze dell’ordine nazionali. L’evento di cronaca ha destato grande clamore mediatico per l’efferatezza con cui sono stati freddati un uomo, la compagna e un bimbo di appena tre anni (gli altri due di 6 e 7 anni sono salvi praticamente per miracolo). Stamani c’è anche stato un ulteriore vertice in prefettura, a Taranto, presieduto dal Ministro dell’Interno Alfano. Le indagini si stanno svolgendo secondo modalità ben precise, essendo state riscontrate modalità di stampo mafioso. Per questo il procuratore Motta ha diffuso una nota con la quale spiega le motivazioni della riservatezza con cui si stanno svolgendo le indagini, che riportiamo integralmente
Come è noto la legge regola in maniera molto rigorosa la pubblicazione di notizie riguardanti un procedimento in fase di indagini preliminari; e ciò è posto a garanzia delle indagini e del buon risultato di esse, esigenza cui si affianca, nel caso del grave episodio criminale verificatosi a Taranto, quella di tutela dei due bambini superstiti. Egualmente in termini di rigore sono disciplinati i rapporti con gli organi di informazioni, riservati esclusivamente al procuratore della Repubblica.
E’ per questo che faccio appello alla professionalità ed alla sensibilità di tutti i giornalisti sollecitando la loro collaborazione e pregandoli, per un verso, di rivolgersi al mio ufficio per qualsiasi informazione e, per altro verso, di scusarmi se non riceveranno alcuna notizia inerente alle indagini in corso, né alla direzione di esse, né indicazioni che siano di conforto alle ipotesi da loro formulate.
Certo della comprensione da parte loro della esigenza primaria di pubblicazione delle sole notizie che non arrechino danno alle indagini, informo quindi
- che il procedimento per il triplice omicidio è stato trasmesso dalla Procura della Repubblica di Taranto alla Procura Distrettuale Antimafia di Lecce essendosi ravvisata, alla luce delle modalità del fatto, la circostanza aggravante del metodo mafioso in virtù della quale le funzioni di pubblico ministero sono attribuite ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia;
- che si è ritenuto di applicare alle indagini anche il sostituto procuratore di Taranto che era di turno la sera in cui si è verificato l’episodio delittuoso, affinché ci si avvalga anche delle conoscenze appannaggio della Procura territoriale;
- che oggi, nel mio ufficio della Procura della Repubblica di Lecce, si è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato i vertici del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato (SCO), dott. Raffaele Grassi, e del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri (ROS), generale Mario Parente;
- che con loro e con gli altri esponenti dei Carabinieri e della Polizia di Stato di Lecce e Taranto sono stati esaminati gli elementi obiettivi fin qui risultati e si è provveduto ad una suddivisione di compiti:. Anche sulla base di un recente passato posso assicurare che la disponibilità di Carabinieri e Polizia, il clima di leale collaborazione, l’impegno che li contraddistingue, la messa a fattor comune di qualsiasi informazione e le sperimentate capacità investigative sia dei loro Servizi centrali, sia degli ufficiali di polizia giudiziaria di Lecce e di Taranto sono aspetti particolarmente qualificanti il lavoro della polizia giudiziaria, forieri di esiti apprezzabili.
(immagine puramente indicativa non strettamente connessa con la notizia)