Ieri sera, a margine dell’inaugurazione del festival della valle d’Itria, abbiamo avvicinato alcune persone. Mi fa vedere il biglietto?, è stata la domanda più da finanziere che da giornalista, ma tant’è. Gente che aveva appena ritirato i biglietti e, alla domanda su quanto avesse pagato, qualcuno non sapeva neppure se ci fosse il prezzo, su quei biglietti. Una risposta, quando non esplicita, dunque implicita: non era stato pagato nulla.

Tre euro, costo dei tagliandi da noi visti. Ma l’anno scorso erano cinquanta euro. Come mai questi supersconti?

E soprattutto, in cassa cosa ci è finito realmente, visto che quei tre euro, le persone da noi avvicinate non li avevano pagati?

E se i biglietti hanno un prezzo ma non vengono pagati, perché tutto questo? Lo chiediamo da un anno, perché da un’altra testata online, lo scorso anno, chi scrive poneva le stesse domande, dopo avere verificato che la gente entrava alla prima del festival con biglietti che nominalmente costavano 50 euro ma che non erano stati pagati. Domande che da un anno sono senza risposta.

Ora, sia chiara una cosa a priori: l’opera del presidente Franco Punzi, nel portare avanti il festival, è semplicemente meritoria. Ma il festival non è solo Franco Punzi, sul piano organizzativo. E certo lui non può sapere tutti i meandri della contabilità. Chi è responsabile specifico della contabilità deve delle risposte. Chiare e immediate.

Perché i biglietti riportano un costo che poi non viene pagato dalle persone? E queste risposte sono dovute in quanto nella contabilità del festival, quale che sia sul piano formale l’organizzazione (festival o fondazione “Paolo Grassi”) entrano anche dei soldi pubblici. Cioè della collettività. Sindaco, amministratori pubblici, esponenti istituzionali vari, che hanno quei biglietti riportanti un prezzo non pagato, non si pongono queste domande? Che fanno loro?

Chiarezza. Chi è responsabile dei conti del festival deve farla. Subito. Ah, non venga in mente a nessuno di dire che la nostra ricostruzione non è vera. Le persone, e i biglietti stessi, parlano chiaro.

Agostino Quero

4 pensiero su “Supersconti al festival”
  1. Il festival da sempre e una passerella x vip e amministratori locali la cosa strana e che manco una somma ridicola come 3euro venga pagata da questi presunti vip
    E cmq rimane una manifestazione che percepisce soldi pubblici che viene chiusa in quattro mura dove cmq c e un costo del biglietto

  2. Caro Direttore quanto scrive, qualora fosse vero, è grave.
    Non si deve scherzare con i soldi pubblici.
    Grazie per quello che sta facendo e per il suo coraggio.
    Noi cittadini siamo impotenti davanti a questi colossi istituzionali.

    1. Grazie per il suo intervento e per le sue parole. Qui non è un problema di coraggio, io ritengo che la chiarezza debba essere una cosa normale e tutti dobbiamo tendere a quella. Non ci sono colossi, non ci sono cittadini impotenti. Solo l’autoconvincimento di debolezza e di non avere diritto alla chiarezza, porta a creare i colossi. Chiarezza: è facile e fa bene a tutti. Anche, sicuramente, al festival della valle d’Itria, nel caso specifico, per fare chiarezza su una vicenda che, a proposito, è chiaramente vera. (agostino quero)

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